C’è chi vive nella suite e non capisce la realtà

17 maggio 2012 | 22:39
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C’è chi vive nella suite e non capisce la realtà

Che dire di chi sta uccidendo quel poco di servizi sociali essenziali che ricevono i cittadini svantaggiati della Basilicata? Risorse non solo scarse, ma addirittura bloccate dal Patto di stabilità. Ecco perché i nefropatici e talassemici sono senza contributi. Ecco perché le imprese sociali che erogano i servizi sono al collasso. Ecco perché i Comuni non hanno soldi per garantire i diritti sociali fondamentali. Ecco perché migliaia tra bambini, anziani, persone disabili rischiano di rimanere senza servizi sociali essenziali. Una situazione drammatica, da allarme rosso. Eppure la Regione non ha previsto di escludere questa spesa sociale dai vincoli del patto di stabilità. Una vergogna senza eguali. C’è chi vive nelle suite, frequenta campi da golf e barche da 30 metri  e scambia lucciole per lanterne. Le politiche dei servizi sociali in Basilicata non esistono, sono spesso sostituite da ridicoli proclami che tradiscono l’ignoranza e l’incapacità di chi ha la responsabilità di una gravissima situazione.  I Comuni, già disastrati per antonomasia, non sanno che pesci prendere. Intanto arrivano le Aree programma, un pasticcio di vaste dimensioni.  Dovrebbero programmare e governare i servizi sociali a livello territoriale. Dovrebbero dal  1 luglio. Intanto nessuno sa che fare, come fare, con quali risorse.  E siamo a fine maggio. Onore a chi garantisce oggi, senza alcun contributo pubblico, il fondamentale sostegno a tanti cittadini disagiati. Una pernacchia rumorosa a chi non ha capito un cazzo dei guai che sta facendo. Ai politici che sbagliano sempre, che fanno guai gravi e reiterati, bisognerebbe chiedere il risarcimento. Ma loro non pagano mai, anzi alla fine della festa incassano. Io che vivo in quelle stanze un po’ di ore al giorno, vedo. Vedo il menefreghismo elevato a metodo di lavoro. Lo snobismo elevato a ragionamento. Ascolto, ascolto discorsi che farebbero rizzare i capelli anche ai calvi. Non c’è speranza con questa gente. Mandateli a casa, magari accompagnateli per essere sicuri che vadano a chiudersi nella loro suite o che salgano a bordo della loro barca per un lungo viaggio nell’oceano.

                                                                                                                                                                            Lettera firmata