Bambini, al Sud sempre più poveri

11 maggio 2012 | 14:28
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Bambini, al Sud sempre più poveri

Un milione e mezzo di bambini nel Mezzogiorno vive in una condizione di povertà relativa o assoluta

Crescere al Sud, di fatto, è ancora un percorso ricco di ostacoli. Il tema al centro del 68esimo congresso nazionale della Società italiana di pediatria (Sip), che si è chiuso oggi, venerdì 11 maggio a Roma. Ciò che emerge è che le differenze cominciano alla nascita, anzi ancor prima di nascere. Infatti un bambino del Sud ha maggiori probabilità di nascere con taglio cesareo piuttosto che da un parto fisiologico: la media nazionale del 31,9% è abbondantemente superata da Campania (54,3%), Basilicata (46,5%), Sicilia (42%). Se è vero che la mortalità neonatale nel nostro Paese è tra le più basse al mondo, è anche vero che ci sono notevoli differenze sul territorio. Così, se a Trento la mortalità neonatale è di 1,60 casi per 1.000 nati, a Reggio Calabria è di 4,82. «La condizione sociale influenza fortemente l’accesso ai servizi sanitari – affermano Antonio Correra, vicepresidente Sip, e Paolo Siani, presidente dell’Associazione culturale pediatri (Acp) – sono infatti bambini che vivono in condizioni di basso livello socioculturale a richiedere più visite al pronto soccorso e a essere ricoverati. Molte delle consultazioni sono causate da problemi banali e questi bambini sono sottoposti a un eccessivo numero di test di laboratorio e radiologici».

Quanto agli stili di vita, si rileva che obesità e sovrappeso sono più alte nel Centro-Sud, con Calabria e Campania che hanno i maggiori tassi di obesità infantile (20,5% Campania, 15,4% Calabria contro una media nazionale dell’11%). Nelle stesse due regioni si registrano le minori quote di copertura vaccinale obbligatoria. Un dato positivo arriva però, rileva la Sip, dal nuovo Piano nazionale di prevenzione vaccinale 2012-2014: finalmente i vaccini entrano nei livelli essenziali di assistenza (Lea) e ciò farà sì che finalmente anche in Italia tutti i bambini avranno diritto alle stesse vaccinazioni, superando le disparità da Regione a Regione.