Abbiamo le scatole piene di stragi senza colpevoli

Non vogliamo più celebrare anniversari di morte. Vogliamo i responsabili dell’attentato di Brindisi. Che si chiamino terroristi, mafiosi, pezzi deviati dello Stato o folli criminali
Le immagini di quei genitori che si abbracciano e piangono la loro figlia di 16 anni parlano da sole. Ogni parola, in questo momento è superflua. Una ragazzina di 16 anni è morta. Un’altra sta lottando tra la vita e la morte. L’attentato alla scuola di Brindisi è difficile da definire. Almeno per chi, come noi, non fa l’investigatore di professione. E’ facile dire che quella è la scuola intitolata alla moglie del giudice Giovanni Falcone, morta, con il marito e gli uomini della loro scorta, nel feroce attentato di vent’anni fa a Capaci. E’ facile dire che si è voluto colpire degli innocenti per dare un segnale allo Stato. E’ facile anche pensare che potrebbe esserci un pezzo deviato dello Stato che vuole seminare terrore. Resta il fatto che hanno colpito una scuola. Hanno colpito i nostri figli. Con profondo dolore e sgomento possiamo solo auspicare che questa strage non resti solo un anniversario da celebrare ogni anno. Delle celebrazioni francamente ne abbiamo piene le scatole. Abbiamo troppe stragi rimaste senza responsabili. Rimaste vive solo su una lapide e nella memoria di chi non vuole dimenticare. Se dietro la strage di Brindisi c’è il tentativo di creare allarme sociale, paura e preoccupazione il rischio è che si possano ripetere fatti simili. Lo Stato, se esiste, faccia il suo dovere. A noi, semplici cittadini, restano solo paura e coraggio. A chi ha colpito queste giovani vite resta la viltà. “Perchè- come diceva Paolo Borsellino-la paura non è il contrario del coraggio. La viltà è il contrario del coraggio”.