Una cicogna…nero petrolio

2 aprile 2012 | 16:36
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Una cicogna…nero petrolio

Dopo la sponsorizzazione del film Basilicata coast to coast, Total concentra l’attenzione su come “favorire” le attività dei parchi naturali protetti lucani

La notizia, già opportunamente resa nota dalla Ola, è che Total finanzia un progetto biennale per la ricerca sulla Cicogna nera (Ciconia nigra), specie molto rara in Italia, nidificante con meno di una decina di coppie di cui circa la metà sul territorio lucano. Perché una multinazionale petrolifera finanzia una ricerca faunistica? Forse perché ha a cuore la conservazione delle specie con uno status di difficoltà? Ma, probabilmente, la domanda da porsi è: perché l’Ente Parco Regionale di Gallipoli-Cognato/Piccole dolomiti lucane accetta? Ovvero perché, a novembre 2011, il Parco firma un protocollo d’intesa con Total Italia finalizzato “alla implementazione di attività di ricerca scientifica propedeutica alla tutela della biodiversità nell’area del Parco”?. Gli amministratori del Parco potrebbero sbrigativamente giustificarsi affermando che un trasferimento (regionale) annuale inferiore al mezzo milione di euro è ben poca cosa per finanziare la conservazione di specie e habitat prioritari, perché, in effetti, è appena sufficiente a finanziare il funzionamento stesso dell’ente e a pagare le indennità degli amministratori. Detto ciò, dal punto di vista etico, è piuttosto fuorviante pensare che accettare tale “benevolenza” risponda ad uno dei criteri di efficacia ed efficienza per la gestione stessa dell’Ente.
Total sta forse agendo preliminarmente per rendere ecologicamente “compatibili” (!?!) le proprie finalità istituzionali, che sono quelle di fare “esplorazioni” (geologiche, geosismiche etc.) per la ricerca ed estrazione degli idrocarburi anche nel territorio del Parco.
Non dimentichiamo che già il Parco Nazionale della Val d’Agri-Lagonegrese fu partorito, dopo moltissimi anni da una proposta ufficiale, a macchia di leopardo, proprio per escludere dall’area protetta moltissimi luoghi di sondaggi e costruzione di pozzi petroliferi tutt’ora in attività.
Pare che la completa subordinazione a questioni di ordine altro dalla tutela e conservazione del territorio imperi, in qualche misura, anche su chi, invece, dovrebbe istituzionalmente opporsi senza se e senza ma alla proposta di ricerca di idrocarburi in un’area protetta. Andrà davvero così? La domanda appare lecita dal momento che si è accettato senza problemi o dubbi un obolo (60 mila euro) da investire per un giusto e sacrosanto progetto di conservazione. Sarà forse il caso di ricordare che esistono specifici ed esclusivi fondi comunitari (e non solo) da utilizzare, attraverso opportuna programmazione e progettazione, per finalità di conservazione di specie ed habitat (certo, programmare e progettare è più impegnativo che accettare un atto di “benevolenza”…).
Nel sito internet di Total Italia si legge testualmente che “coerentemente con il suo impegno in favore della Basilicata e con l’obiettivo di sostenere l’immagine della Regione, Total Italia ha contribuito alla realizzazione del film Basilicata coast to coast, nelle sale italiane… Total si impegna così a promuovere la crescita e lo sviluppo della regione e a darle visibilità come meta turistica ideale per visitatori provenienti da ogni angolo del mondo”.
Pertanto dopo il “disinteressato” contributo alla cinematografia ora Total passa al contributo per la conservazione della natura lucana. Francamente appare paradossale. Ma non tanto il tentativo di Total di stringere rapporti e collaborazioni, quanto la facilità con cui la politica (e di conseguenza, nel caso di specie, l’Ente strumentale che per conto della politica regionale amministra un territorio naturalisticamente importante) in qualche misura abdica alle proprie funzioni delegandole ad improvvisati benefattori.
Rimane valido, auspichiamo, l’articolo 19 della Legge Regionale n.47/97 con cui si istituiva il Parco Regionale e che fa espressamente divieto di ricerche, prospezioni ed estrazioni di idrocarburi liquidi e gassosi. Ma anche su questo punto, oltre che sulla questione etica generale, il Presidente Lombardi non ha ancora espresso ufficialmente la propria posizione benché sollecitato dal pungolo della Ola. Chi aspetta??
Gianni Palumbo  Coordinamento Nazionale Forum Ambientalista – Roma