Quella politica che “sotto il vestito niente”
Il Nichilismo della politica, lo vedo, lo vivo. L’ho vissuto. Di quella politica che “sotto il vestito niente”. Fredda, con gli occhi che sembrano un rivolo di acqua ghiacciata. Gira per le strade e negli uffici, nelle scuole e nelle fabbriche, tra la gente povera e quella ricca. Ma mai un sorriso, un cenno di emozione, una lacrima, un battito fuori posto. Quella politica che nega l’esistenza di ogni valore. Quella politica che fa paura, eppure è osannata, inseguita, desiderata. Il nichilismo della politica, di certa politica, mette al centro di ogni cosa il niente, il nulla elevato a motore dell’esistenza. Non esiste la realtà e non esiste alcuna verità oggettiva. Tutto è riconducibile alla propria soggettività, o meglio alla propria esclusiva pancia. Nessuno deve pensare, perché pensare è inutile. Il massimo dell’aspirazione che ogni individuo-cittadino può e deve avere è mangiare. Il nichilismo della politica, nega l’esistenza di qualsiasi verità, perciò può permettersi di mentire continuamente, può permettersi di raccontare frottole a chiunque perché chiunque per mangiare e vivere deve abdicare al Nulla. E quando qualcuno accenna ad opporsi con le armi dei valori, della solidarietà, degli ideali e della speranza, niente e nessuno ascolta, niente e nessuno si intimorisce. Penso che in Basilicata esiste un potere nichilista, che agisce negando la realtà e ogni verità. La realtà di una Regione bloccata, chiusa nella difesa ad oltranza e con ogni mezzo dei privilegi e degli interessi di una casta politica antropologicamente vecchia, culturalmente rottamata dalla Storia eppure resistente ad ogni mutamento. Un potere nichilista che nega la verità di una Regione povera, disgregata, sottomessa al peggiore clientelismo e nepotismo di un’oligarchia demagogica, capace soltanto di perpetuare se stessa. In Basilicata esiste un potere nichilista in grado di anestetizzare interi territori, decine di migliaia di persone, perché radicato nell’annullamento delle coscienze. Questo potere è nelle mani di gente senza mestiere e senza storia. E’ nelle mani di uomini e donne incapaci di reagire agli stimoli del mondo e della Storia. Capaci soltanto di reagire agli stimoli del campanile o al belare delle pecore che attraversano quella strada impraticabile da un secolo. Viviamo scenari del Nulla, nel silenzio colpevole delle coscienze e nel rumore interessato dei vuoti di stomaco. Credo, a questo punto, che la nostra salvezza dipende dalla Storia. Da quei colpi di scena che la Storia sa dare alla società suggerendo indizi evidenti di mutamento. L’importante è aprire gli occhi e guardare avanti con orgoglio.