“Non vogliamo fare la fine della Basilicata”

21 aprile 2012 | 18:06
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“Non vogliamo fare la fine della Basilicata”

E’ una polemica fondata sui numeri. Da una parte la fondazione Mida di Pertosa, nelle persone del presidente e del direttore. Dall’altra i cittadini del Vallo di Diano “confinati” nel comitato “No al petrolio nel Vallo di Diano”. In mezzo il governatore della BasilicataLa Fondazione Mida prende le distanze dalla lettera aperta che il Comitato “No petrolio nel Vallo di Diano” ha scritto al governatore della Basilicata Vito De Filippo a seguito del convegno di domenica 15 aprile, nella sede del Mida di Pertosa, a cui ha preso parte lo stesso presidente della Regione Basilicata. I cittadini valdianesi colgono l’occasione per ribadire che i petrolieri devono star lontani da casa loro.

I fatti. Domenica 15 aprile nel corso di un convegno promosso dalla Fondazione Mida di Pertosa, nella cittadina delle famose grotte, si parla di “Sud energie e idee”. Quale migliore occasione, per il comitato “No petrolio nel Vallo di Diano”, per ribadire il no alle richieste della Shell di avviare ricerche nel territorio a cavallo tra la Basilicata e il Vallo di Diano, ( il cosidetto permesso Monte Cavallo)? Tra i relatori al convegno di Pertosa c’è il governatore del “Texas lucano”. Quale migliore occasione per lo sceicco lucano per raccontare la Basilicata nero petrolio? Inevitabile lo scontro tra posizioni così differenti: al punto che chi dice no al petrolio, per De Filippo, è un “barbaro oppositore/sognatore”. E qui le dolenti note. Il comitato No petrolio nel Vallo di Diano non ci sta a farsi dare del barbaro in casa sua. “E per non essere allineati con il presidente De Filippo sulla questione petrolio”. Sbollita la rabbia i valdianesi scrivono una una lettera aperta a De Filippo. In buona sostanza, “ci è venuto a offendere in casa nostra” e soprattutto “ricordiamo che la sua Basilicata tanto virtuosa non è se c’è chi dice che è ridotta a una gruviera; se c’è chi dice che c’è stata scarsa attenzione ai monitoraggi ambientali; se c’è chi dice che c’è traccia di idrocarburi nelle acque del Pertusillo; etc, etc,  etc.

Non tutti però si indignano  a sentirsi chiamare “barbari”. Il Mida (Musei integrati per l’Ambiente), e cioè la Fondazione ospite del convegno, e del governatore “sceicco” vicino di casa, non ci sta e in una nota inviataci sabato 21 aprile prende le distanze dal comitato: “Le visite del governatore lucano sono sempre gradite e quest’ultima lo è stata ancor di più perché il tema (come il Sud libera le energie e come fa vincere le idee) era particolarmente connesso alla capacità del territorio di far crescere il pensiero collettivo, la passione, l’identità senza però mai smarrire la memoria”. All’incontro erano presenti anche i rappresentanti del Comitato No Petrolio del Vallo di Diano, che hanno preso parte al dibattito per illustrare le motivazioni a sostegno della lotta nella quale ha fatto capolino la polemica per l’operato della Giunta Regionale Lucana. Il confronto, sempre utile, si è svolto in maniera limpida e ciascuno ha espresso le proprie opinioni. Tuttavia, in un comunicato odierno (di venerdì 20 aprile ndr) il Comitato ritiene di essere stato offeso dalle parole del presidente De Filippo, che avrebbe apostrofato come “barbari oppositori” coloro che contrastano l’insediamento petrolifero. “L’amore per la verità e il dovere di rispettarla, che contraddistingue la Fondazione MIdA, ci obbliga a precisare che De Filippo, in ragione della presenza anche del giornalista Gianluigi Paragone, vicino alla corrente di Maroni, ha utilizzato l’espressione “barbari sognatori” e senza alcun tono di invettiva. Vito De Filippo ha poi sottolineato la forza del principio di autodeterminazione delle comunità locali confinanti con quelle del Vallo di Diano. E’ una posizione che è del tutto legittimo contestare e persino contrastare, ma che non consente affatto, a nostro avviso, di rubricarla come offensiva” .

Il Comitato “No Petrolio nel Vallo di Diano” fa fronte comune. Chi parla, parla per tutti i cittadini del Vallo di Diano. Per questo i rappresentanti del Comitato No petrolio”, da noi interpellati, ci chiedono espressamente di non scrivere nomi. “In effetti ci aspettavamo che il Mida prendesse le difese di De Filippo; ha in cantiere alcuni progetti con la Regione Basilicata, lo fa per opportunità dunque. Per quanto ci riguarda- aggiungono- ribadiamo che essere chiamati barbari a margine di un convegno in cui s’è discusso di Sud e di come tutelarlo e farlo crescere ci ha fatto un certo effetto. Ripetiamo il nostro secco no alle ricerche e rispondiamo al presidente De Filippo, che ci ha invitati ad essere come i cittadini lucani “più remissivi e tranquilli”, che questa remissività alla Basilicata non deve aver fatto poi tanto bene se ci si trova con un Centro Oli a due passi da un ospedale e dai centri abitati; se la Basilicata è tra le regioni più povere. Se è ridotta come un colabrodo. De Filippo ci ha definito “barbari” e il termine barbaro è usato, nel linguaggio corrente, in un’accezione negativa. Nella lettera che abbiamo indirizzato al governatore lucano parla un’intera comunità, il Vallo di Diano, che si sta esprimendo su una questione, il petrolio, che non fa dormire sonni tranquilli a nessuno: cittadini, sindaci, Provincia e Regione. La Basilicata è a due passi, sappiamo cosa succede, quello che i cittadini lamentano. Sinceramente non vogliamo fare la stessa fine. Perciò le trivelle in questa terra non ci metteranno piede”.