Nomine Aql, la solita gestione familistica

9 aprile 2012 | 12:45
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Nomine Aql, la solita gestione familistica

Le recenti nomine da parte dell’assemblea dei soci (Regione, Comuni) di Acquedotto Lucano Spa non hanno prodotto alcuna considerazione. La gente non reagisce. I partiti non reagiscono. É come se la gente si fosse assuefatta alle logiche di spartizione. Tutto è già visto e così non ci si sorprende, né ci si meraviglia: un ex assessore ricompensata da una vera e propria defenestrazione, un fratello di un consigliere di opposizione, un cugino di un consigliere di opposizione, un segretario di un partito della maggioranza che mette a disposizione le sue competenze, due ex segretari di partiti ricompensati per la loro
acritica fedeltà. Fanno quello che vogliono e come vogliono. Di mezzo i sindaci che rispondono in teoria alle loro comunità, rassegnati. In buona sostanza è come se si riconoscesse che così va il mondo. É da un po’ di tempo che mi sono convinto che ci sia bisogno di prendere posizioni in maniera netta su tante questioni. Allontanando l’indifferenza. Perché possa domandarmi “se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?”.  Siamo piccoli è vero, cerchiamo di interpretare un mandato che ci è stato dato. Responsabilità ma anche rabbia, che vogliamo allontanarla per non lasciare che la disillusione si porti via la voglia di realizzare i sogni. I nostri e quelli di tanta gente. Le vicende di questi ultimi giorni continuano a non insegnare alcunché. La verità è che la gente non ne può più di partiti ingordi, divisi e spocchiosi. E queste nomine, con la loro sfacciata ipocrisia, rappresentano lo specchio di questa nostra regione. Siamo al paradosso.
Nell’era dei tecnici avvolti in tailleur e blazer, in Basilicata, si preferiscono tecnici avvolti nel torpore familiare; quello partitico e quello in senso stretto. Una sorta di cerchio magico allargato. Non ci sono reazioni. Non ci saranno reazioni. Fanno quello che vogliono e come vogliono. Senza pudore. Salvo, domattina, iniziare un’altra tenzone. Ma tutto passerà, come nelle migliori commedie. A noi non resta, per il momento, che gridare. Far conoscere quello che sta succedendo. E prepararsi per il dopo. A costo anche di contraddirci.

Alfonso Ernesto Navazio Presidente di “Io Amo la Lucania”