Il Valdiano non farà la fine della Val d’Agri

13 aprile 2012 | 11:09
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Il Valdiano non farà la fine della Val d’Agri

Su iniziativa del Comitato “No al petrolio nel Vallo di Diano” le firme raccolte sono state consegnate, giovedì 12 aprile, alla Regione Campania
Zona di pregio ambientale da difendere. Per l’esattezza sono 10.386 le firme (oltre le mille arrivate fuori tempo massimo) contro il petrolio, raccolte su iniziativa del Comitato “No al petrolio nel Vallo di Diano”, costituitosi all’indomani della richiesta, da parte della Shell, di un permesso di ricerca in un’area di 212 chilometri ricadenti nel Parco Nazionale del cilento e Vallo di Diano e degli Alburni. Si tratta di una zona ad alto valore ambientale protetta dall’Unione Europea con i marchi Zps (Zona a protezione speciale) e Sic (sito di interesse comunitario). Al pregio ambientale dell’area bisogna aggiungere l’alta sismicità (la zona fu devastata dal terremoto del 1857) e la ricchezza di di risorse idriche rese possibili dal fenomeno del carsismo che ha generato le grotte dell’Angelo a Pertosa e quelle di Morigerati.

I valdianesi dicono no allo scempio”. “È questo (le oltre 10mila firme ndr) il prodigioso risultato conseguito dagli attivisti che si oppongono al piano di trivellazioni di Shell Italia per la ricerca di petrolio nel posto probabilmente più sbagliato al mondo”. Per il comitato “No petrolio nel Vallo di Diano” le firme raccolte sino ad oggi sono un primo ed importante risultato. “A questo scempio- si legge in una nota- i valdianesi hanno detto no. Oltre 11mila persone si sono spontaneamente ribellate e c’hanno messo la faccia e la firma. Non semplici ed inflazionate petizioni online. No. 11mila firme corredate da documento di identità poste nero su bianco e da ieri al vaglio dell’ente Regione di palazzo Santa Lucia a Napoli.

“Non vogliamo fare la fine della Val d’Agri”. “Questo straordinario ed inedito risultato-prosegue la nota del Comitato valdianese- è stato reso possibile da diversi fattori, tutti convergenti. La politica, che ha voluto tenere la barra dritta sull’orientamento dato al territorio, incompatibile con la devastante industria petrolifera. L’attivismo di questo comitato che, al contrario del fantomatico comitato per il sì, non ha smesso di argomentare, studiare, spiegare, divulgare. Ma soprattutto la consapevolezza della gente del Vallo di Diano che non ha creduto al bluff del petrolio anche “grazie” all’angosciante esempio di impoverimento di un territorio esistente dalla vicina Val D’Agri. Un grazie va a tutte queste persone. E consentiteci di fare una menzione particolare ai tanti universitari sparsi per l’Italia che hanno portato migliaia di firme di Valdianesi raccolte nelle sedi universitarie di Roma, Salerno, Napoli ed altre città dello Stivale. Sono loro la principale delle risorse su cui un territorio ricco di possibilità deve puntare per uno sviluppo ecosostenibile e duraturo nel tempo”.