Droga importata dall’Albania venduta in Basilicata, Puglia e Calabria

11 aprile 2012 | 15:40
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Droga importata dall’Albania venduta in Basilicata, Puglia e Calabria

L’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia pugliese aveva portato in carcere, lo scorso 19 marzo, le stesse persone, arrestate all’alba di mercoledì 11 aprile, scarcerate lo scorso 19 marzo per un vizio di forma

Un vizio di forma aveva fatto sì che gli arrestati, nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Lecce su una organizzazione che importava droga dall’Albania per rivenderla sulle piazze lucane, pugliesi e calabresi, aveva subito una battuta d’arresto lo scorso 19 marzo quando per un vizio di forma, i 44 indagati, attinti da misura cautelare, erano stati rimessi in libertà. All’alba di mercoledì 11 aprile, sono state “riemesse” 44 ordinanze di custodia cautelare per altrettante persone indagate con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti. Le ordinanze di custodia cautelare, 37 delle quali notificate a persone già detenute rientrano nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Lecce che ha portato alla luce una presunta organizzazione che comprava la droga in Albania e la rivendeva in Puglia, Basilicata e Calabria.

I provvedimenti notificati all’alba di mercoledì 11 aprile sono stati emessi dal gip del Tribunale di Lecce Vincenzo Brancato. I destinatari sono le stesse poersone raggiunte dai medesimi provvedimenti cautelari lo scorso 19 marzo, provvedimenti di seguito annullati dal Tribunale del riesame di Lecce per vizi di forma. Ciò, lo scorso 19 marzo, aveva portato alla scarcerazione di 24 indagati. La Procura di Lecce era corsa ai ripari, per  contenere il concreto pericolo di fuga degli indagati, già nei giorni scorsi, applicando alla maggior il fermo di indiziato di delitto con il conseguente rientro immediato in carcere. Secondo gli investigatori la base operativa del clan, capeggiato dai fratelli Cosimo e Maria Scialpi, era situata nel quartiere popolare Tamburi di Taranto. La droga importata dall’Albania arrivava a Bari e da qui raggiungeva Taranto, da dove veniva smistata nelle province di Brindisi, Lecce, Matera e Cosenza.