Auto bruciate, “la procura di Matera si vergogni”

10 aprile 2012 | 13:02
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Auto bruciate, “la procura di Matera si vergogni”
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Auto bruciate, “la procura di Matera si vergogni”
Auto bruciate, “la procura di Matera si vergogni”
Auto bruciate, “la procura di Matera si vergogni”
Auto bruciate, “la procura di Matera si vergogni”

“Qui giace la giustizia italiana, Procura di Matera vergogna!!!! E’ con questa frase, scritta su una delle due auto bruciate la notte di Pasqua, che alcuni cittadini di Bernalda protestano contro quella che definiscono un’ingiustizia

I proprietari delle auto bruciate e gli abitanti di via Nazario Sauro “stufi di vivere in questa condizione di perenne angoscia, a differenza delle altre volte hanno deciso che non rimuoveranno le carcasse delle auto bruciate”. L’ultimo atto di intimidazione nei confronti della famiglia Santorsola ha destato profonda indignazione.

I fatti. Nella notte tra Pasqua e Pasquetta due auto, parcheggiate in via Nazario Sauro, sono state bruciate. Il dolo, come è stato accertato, è di naturale dolosa.  Le due auto incendiate, una di proprietà di Francesco Santorsola ed una Fiat Idea quest’ultima di proprietà di un parente dei Santorsola che era venuto in Basilicata in occasione delle vacanze pasquali erano parcheggiate vicino ad una palazzina di due piani abitata da un’anziana donna di 97 anni e suo genero cardiopatico. I quali hanno avvertito un malore alla vista delle fiamme. Ad accorgersi dell’accaduto, è stata la moglie di Santorsola, intorno alle ore 01: 50, svegliata dallo scoppio di una delle vetture date alle fiamme. La signora allarmata dal boato ha svegliato il marito che memore del precedente episodio di tentato incendio di appena tre mesi fa, ai danni del fratello, resosi conto della gravità dell’accaduto ha subito ha contattato le autorità competenti.

I precedenti. La famiglia Santorsola non è nuova a questi casi di intimidazione. Circa 3 mesi fa una Fiat Punto di proprietà di Leonardo Santorsola- fratello di Francesco – venne bruciata sempre nella stessa strada. Nell’agosto del 2002 stessa sorte era toccata all’auto del padre dei due fratelli Santorsola. A Cosimo Santorsola, infatti, fu incendiata una Fiat Multipla.

La testimonianza. E’ un parente dei Santorsola che ci fornisce qualche dettaglio in più. “La pericolosità del gesto poteva risolversi in una tragedia incalcolabile poichè le fiamme cominciavano man mano a propagarsi vicino ai tubi del gas. Sul posto sono accorse numerose persone grazie al fatto che Bernalda in questi giorni è piena di vacanzieri che approfittano degli eventi di intrattenimento notturni dei vari locali di svago. Per domare l’incendio è stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco e dei volontari civili abitanti nelle vicinanze”.

Imprenditori del settore calzaturiero. Da anni la Famiglia Santorsola è oggetto di intimidazioni che alla morte del padre dei ragazzi sono continuate sui figli. Cosimo Santorsola era un imprenditore calzaturiero che tra il 1999 e il 2001 ha dato inzio alla costruzione di un opificio nella zona PIP di Bernalda. “L’opera edile- secondo quanto ci riferisce un parente dei Santorsola- conclusa, ha scatenato l’inizio di intimidazioni. Tutti gli episodi susseguitisi negli ultimi dieci anni – sono stati denunciati alle autorità competenti. Ad oggi nessuna risposta”.

Solidarietà. Accanto allo sdegno dei residenti di via Nazario Sauro quello del Comitato Cittadiniattivi di Bernalda e Metaponto. che così commenta la scritta comparsa sulla carcassa di una delle due auto bruciate: “la scritta apposta evidenzia il fallimento della giustizia italiana colpevole, pur conoscendo gli autori di questa lunghissima attività estorsiva che si protrae da un decennio, di non voler intervenire contro i potentati della criminalità organizzata della provincia di Matera”.