Auto bruciate a Pasqua, “La Procura ci ha abbandonato”

12 aprile 2012 | 20:53
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Auto bruciate a Pasqua, “La Procura ci ha abbandonato”

Nel servizio video che vi proponiamo parlano le vittime di quelli che si configurano come veri e propri atti estorsivi

I proprietari delle auto bruciate e gli abitanti di via Nazario Sauro sono stanchi di vivere in quella che loro stessi definiscono una situazione di angoscia. L’ultimo atto di intimidazione nei confronti della famiglia Santorsola ha destato profonda indignazione.

I fatti. Nella notte tra Pasqua e Pasquetta due auto, parcheggiate in via Nazario Sauro, sono state bruciate. Il dolo, come è stato accertato, è di naturale dolosa. Le due auto incendiate, una di proprietà di Francesco Santorsola ed una Fiat Idea quest’ultima di proprietà di un parente dei Santorsola che era venuto in Basilicata in occasione delle vacanze pasquali erano parcheggiate vicino ad una palazzina di due piani abitata da un’anziana donna di 97 anni e suo genero cardiopatico. I quali hanno avvertito un malore alla vista delle fiamme. Ad accorgersi dell’accaduto, è stata la moglie di Santorsola, intorno alle ore 01: 50, svegliata dallo scoppio di una delle vetture date alle fiamme. La signora allarmata dal boato ha svegliato il marito che memore del precedente episodio di tentato incendio di appena tre mesi fa, ai danni del fratello, resosi conto della gravità dell’accaduto ha subito ha contattato le autorità competenti. Le auto bruciate erano parcheggiate vicino ad una palazzina di due piani. Solo la fortuna e soprattutto l’intervento di semplici cittadini che hanno iniziato a domare le fiamme e dei vigili del fuoco hanno evitato il peggio.

I precedenti. La famiglia Santorsola non è nuova a queste intimidazioni. Nell’agosto del 2002 stessa sorte era toccata all’auto del padre dei due fratelli Santorsola. A Cosimo Santorsola, infatti, fu incendiata una Fiat Multipla.

Imprenditori del settore calzaturiero. Da anni la Famiglia Santorsola è oggetto di intimidazioni che alla morte del padre dei ragazzi sono continuate sui figli. Cosimo Santorsola era un imprenditore calzaturiero che tra il 1999 e il 2001 ha dato inzio alla costruzione di un opificio nella zona PIP di Bernalda. “L’opera edile- secondo quanto ci riferisce un parente dei Santorsola- conclusa, ha scatenato l’inizio di intimidazioni. Tutti gli episodi susseguitisi negli ultimi dieci anni – sono stati denunciati alle autorità competenti. Ad oggi nessuna risposta”.