“Vogliamo solo guadagnarci lo stipendio della Fiat”

9 marzo 2012 | 18:58
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“Vogliamo solo guadagnarci lo stipendio della Fiat”

Barozzino, Pignatelli e Lamorte non si rassegnano. E si appellano al Governo. “Ci spieghino cosa sta succedendo. Non chiediamo altro”. La loro voce si alza dalla manifestazione della Fiom a Roma


L’appello. Giovanni Barozzino, Antonio Lamorte e Carlo Pignatelli ancora non si spiegano perchè a seguito di una sentenza che li ha reintegrati dopo il licenziamento non possano tornare al loro posto di lavoro. A gran voce chiedono che, a questo punto, sia lo Stato a dar loro una risposta. E lo fanno dal cuore della manifestazione indetta dalla Fiom, oggi venerdì 9 marzo a Roma, per la difesa dell’articolo 18. “Io non so se quello che ha deciso la Fiat è giusto o no- dice Giovanni Barozzino- È lo Stato che me lo deve dire se è giusto che una sentenza non sia rispettata”. Gli fa eco Marco Pignatelli: “Vogliamo solo lavorare guadagnandoci quello che ci paga la Fiat”

La vicenda. I tre operai furono licenziati dalla Fiat nel 2011. Un mese dopo il loro licenziamento il giudice del Lavoro valutò antisindacale il comportamento dell’azienda chiedendo il loro reintegro al lavoro. La sentenza fu ribaltata il 14 luglio dello stesso anno e i tre operi furono licenziati. La Corte d’Appello di Potenza, lo scorso 23 febbraio riconosce l’antisindacalità del licenziamento con una sentenza di reintegro al lavoro per i tre operai. La Fiat dal canto suo, non accetta che i tre operai tornino al loro posto pur riconoscendo loro la dovuta retribuzione. Ed inoltre, la casa torinsese, annuncia che farà ricorso per Cassazione.