Si incatena davanti alla Regione

20 marzo 2012 | 11:25
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Si incatena davanti alla Regione
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Si incatena davanti alla Regione
Si incatena davanti alla Regione

Stavo venendo al lavoro, passando dalla Regione ho visto un uomo incatenato con alle spalle tante bandierine colorate. Ho pensato alla (purtroppo) solita protesta dell’ennesimo disoccupato

Eustachio Sacco, 62 anni, viene da Matera. Ha deciso di incatenarsi davanti alla Regione Basilicata per attirare l’attenzione del presidente De Filippo. La sua è una storia come ce ne sono tante. Sposato, padre di un figlio poco più che ventenne. Assiste notte e giorno sua moglie di 57 anni affetta da un serio problema di salute che si chiama tumore. “Mia moglie è ridotta quasi ad un vegetale. Ha avuto diversi carcinomi. E’ invalida al 100 per cento”. E’ lui che si occupa, notte e giorno, della donna da dieci anni. Lo fa con il sorriso sulla bocca e, nonostante sia invalido, anche lui, al 70 per cento. Eustachio è affetto da reticulosi benigna. Una malattia della pelle che lo ha colpito subito dopo il militare. “Intorno al 1974 ho cominciato ad avere i primi problemi. Nessuno, ancora oggi, ci ha capito niente- racconta- Sono stato oggetto di studio da parte dei medici. Ho fatto da cavia. Ed il risultato è che mi hanno rovinato con farmaci che hanno provato su di me”. Per questo Eustachio ha una causa in corso con cui sta chiedendo, da dieci anni, il risarcimento per il danno biologico e morale causato dai medicinali -che- dice mi hanno somministrato dicendomi che si trattava di terapia ma che in realtà sperimentavano su di me. Mi hanno rovinato il fegato e il pancreas. E voglio essere risarcito per questo”. Eustachio è vittima di una vita per niente prodiga ma anche dei tempi lumaca delle giustizia. “Con questa mia protesta chiedo anche che si accelerino i tempi di definizione della causa perchè dopo dieci anni non ce la faccio più”.

Eustachio chiede attenzione e risposte dunque. Le chiede al Governo Monti così come al presidente De Filippo. Il suo è un modo per attirare l’attenzione sulle problematiche che deve affrontare ogni giorno chi ha in casa un malato grave, e che paradossalmente oggi, si trova a dover fare i conti con i tagli alla Sanità. ” Con i tagli ci hanno penalizzato. Dobbiamo pagare le garze e tante altre cose che servono quando si ha una persona che vive in un letto, e che ha subito decine di interventi chirurgici”. La protesta di Eustachio ingloba più istanze, legate tutte da un sottile filo rosso che gli si legge negli occhi. La disperazione di non sapere come andrà a finire. La disperazione di sentirsi abbandonati da chi invece dovrebbe tutelare i più deboli.

Mentre parliamo, scorgo l’assessore regionale alla Sanità. Per un attimo penso ora verrà qui. Niente. Martorano gira la testa dall’altra parte e se ne sale in Regione. Al contrario di singoli cittadini che passando, e vedendo quest’uomo in catene sul marciapiede, si fermano a chiedere perchè. “De Filippo- mi dice Eustachio- mi conosce bene. Però mi ignora”.

Saluto Eustachio che però ha ancora voglia di parlare: “finchè sarò in grado- mi dice-mi prenderò cura di mia moglie come ho sempre fatto. Poi non so cosa accadrà. Ho detto a mio figlio di non fare come me. Gli ho detto, quando mamma e io ti daremo fastidio, portaci in uno di questi istituti e vai avanti con la tua vita”. Non c’è più nulla da aggiungere. Saluto Eustachio augurandogli che le risposte che attende arrivino presto.