Permesso Monte Cavallo, botta e risposta tra Ola e Shell

9 marzo 2012 | 19:17
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Permesso Monte Cavallo, botta e risposta tra Ola e Shell

Ecco cosa scrive la Shell. Nessuna attività di trivellazione è prevista sul territorio della Regione Basilicata, nè sul territorio della Regione Campania» in riferimento al permesso denominato Monte Cavallo. Ad inizio febbraio Shell Italia ha presentato lo studio di impatto ambientale (Via) per l’istanza di ricerca di idrocarburi denominata Monte Cavallo, che interessa i seguenti comuni lucani di Brienza, Marsico Nuovo, Paterno, Tramutola e i comuni campani di Atena Lucana, Montesano sulla Marcellana, Sassano, Sant’Arsenio, Teggiano, Sala Consilina, Padula e Polla. La richiesta di istanza presentata da Shell Italia prevede in questa fase solamente la rielaborazione di dati già esistenti, che verranno semplicemente riprocessati negli uffici di Roma, senza alcuna presenza e attività di Shell sul territorio interessato

La replica della Ola. La Ola interviene con proprie precisazioni in merito al comunicato della Shell che esclude la presenza di pozzi da trivellare nelle aree lucane e campane (permessi di ricerca Monte Cavallo,La Cerasa e Pignola) con procedure VIA attivate presso l’ufficio compatibilità ambientale della Regione Basilicata. Alla Shell facciamo notare che, già in questa fase di ricerca, preannuncia nella propria procedura VIA pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Basilicata n. 5 del 16/2/2012 la possibilità di realizzare pozzi esplorativi, anche se da autorizzare successivamente all’esito della ricerca. La Ola ricorda alla Shell, del resto già presente in Basilicata nella concessione Val d’Agri con la quota del 40% circa, che le amministrazioni ed i cittadini Lucani hanno già vissuto la fase preliminare delle ricerche che sono propedeutiche, in caso di esito positivo (usiamo le parole comunemente utilizzate dalle compagnie) alle cosiddette “prove di produzione” con “pozzi esplorativi” che vengono successivamente”messi in produzione” in caso di esito positivo così come è avvenuto ad esempio in Val d’Agri. Invitiamo pertanto la Shell ad una maggiore attenzione e correttezza nella comunicazione pubblica che vorremmo non fosse usata in termini esclusivi di marketing per le implicazioni di natura ambientale e socio-economica che comporta.