La scuola incontra il Parco

23 marzo 2012 | 15:48
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La scuola incontra il Parco
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La scuola incontra il Parco

Migliorare il rapporto e la percezione che i cittadini hanno del Parco Nazionale del Pollino partendo dalle nuove generazioni. È questo lo scopo del progetto “La scuola incontra il Parco”, promosso da Legambiente Basilicata in collaborazione con l’Ente Parco. Cominciato a novembre nelle scuole elementari e medie dei comuni all’interno del Parco che hanno aderito (6 su 24, e sono Senise, Francavilla, Chiaromonte, Valsinni, Rotonda e San Giorgio Lucano),  durerà fino a giugno.

Si è concluso il cuore del progetto: la creazione di 6 mini orti botanici nei giardini delle scuole o nei loro pressi per l’ osservazione dello sviluppo delle varie fenofasi delle specie piantumate, tra nuovi alberi e specie autoctone, di cui in seguito saranno osservate e registrate l’inizio delle fioriture, lo sviluppo delle foglie e la maturazione dei frutti. I ragazzi, preparati all’iniziativa da una serie di incontri teorici tenuti dagli educatori di Legambiente Basilicata, sono stati direttamente coinvolti nella lavorazione della terra e nella piantumazione. Armati di zappe, rastrelli, forconi, vanghe e innaffiatoi si sono divertiti a divellere, scavare, a toccare con mano la terra e i suoi prodotti, a odorarne i profumi.
Semplici appezzamenti di terreno, concessi dalle amministrazioni comunali, si sono trasformati in orti in cui dimorano salvia, timo, origano, rosmarino, erba cipollina e menta. Prodotti scelti in quanto legati alle nostre tradizioni, immancabili aromi delle più antiche ricette lucane. Le piantine sono state offerte dall’Azienda agricola RaveraBio. Preziosa la collaborazione dell’Alsia (Agenzia lucana di sviluppo e di innovazione in agricoltura). La divulgatrice agricola Marcella Illiano ha aiutato i bambini nella piantumazione del pelastro e melastro, due varietà di frutto tipiche del Pollino, donate dalla stessa agenzia.
 Una vera e propria festa per gli alunni coinvolti, che attraverso il gioco hanno acquisito sì nozioni tecniche e manuali sulla coltivazione, ma soprattutto la consapevolezza delle ricchezze del territorio in cui vivono.