La sanità lucana si conferma vittima di un sistema

6 marzo 2012 | 18:17
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La sanità lucana si conferma vittima di un sistema

Apprendo con sgomento dal Quotidiano della Basilicata di quanto accaduto al sindaco di Avigliano, Vito Summa, colpito da aneurisma cerebrale

C’ho pensato parecchio prima di scrivere questa riflessione. Perchè di mezzo c’è un uomo che ha affrontato un serio problema di salute. Ma credo sia giusto fermarsi a riflettere su quanto accaduto al sindaco di Avigliano, colpito dai giorni scorsi da un aneurisma cerebrale.

Dopo aver letto l’articolo pubblicato sul Quotidiano della Basilicata, (martedì 6 marzo), a firma di Antonella Giacummo ho provato sgomento. E’ l’articolo che io, da cittadino, non avrei voluto leggere. E non certamente perché non fosse ben scritto. Anzi. La collega che lo ha redatto ha reso, purtroppo, bene i fatti.

Fatti che mi insinuano dei dubbi. Primo, se io semplice cittadino mi sentissi male, e mi rendessi conto che qualcosa non quadra in chi mi presta le cure, si scomoderebbe l’assessore regionale alla Sanità? Avrei il tempo di decidere di andare altrove? Secondo, se si fosse sentito male il sindaco di Montesano sulla Marcellana (Sa) si sarebbe scomodato il gotha del Pd campano e addirittura l’assessore regionale alla Sanità? O addirittura il direttore generale dell’azienda ospedaliera? Che tradotto in soldoni significa, c’è un sistema (politico) in Basilicata che si è mosso per far quadrato attorno ad un suo affiliato (politico ovviamente).

Ecco perché non avrei voluto leggere l’articolo del Quotidiano. Adesso ho più paura di prima. Ho paura, perchè ho avuto la conferma che la sanità lucana è gestita, anch’essa, da un sistema. Un sistema che si scomoda per un suo uomo. Un sistema che allunga le mani sulla sanità, che impone primari, medici e operatori arrogandosi il diritto di decidere sulla pelle dei cittadini. Un sistema che evidentemente non tranquillizza i suoi stessi sodali. Ma allora, perché, io semplice cittadino, dovrei fidarmi?

Il sindaco Summa si è guardato bene dal rimanere nell’ospedale di Potenza. E a quanto pare ha fatto bene. Non s’è fidato nonostante si siano scomodati i vertici: l’assessore Martorano e finanche il direttore generale Des Dorides. Che però non sono riusciti a tranquillizzare Summa e i suoi familiari, i quali hanno deciso di andare in un ospedale toscano. Alla fine un uomo di sistema ha rischiato di rimanere vittima di quello stesso sistema di cui, indirettamente, ha fatto parte. Legittimo, dunque, che io normale cittadino, abbia più paura.

Ma se a me resta la paura spero che a qualcun altro resti almeno un po’ di vergogna per la figuraccia. La figuraccia di quelli che hanno sempre decantato l’eccellenza della sanità lucana. La figuraccia dell’assessore Martorano che ha liquidato la faccenda invocando la libertà di ognuno di andare a farsi curare dove gli pare. Risposta che sembra un po’ la classica “pezza a colore”. Per carità farsi curare dove più ci aggrada è un diritto sacrosanto! Sempre che se ne abbia il tempo e la possibilità però. Così come è un diritto chiedersi allora a che serve l’ospedale regionale? Per fare da scacchiera a giocatori senza scrupoli? Per garantirsi un presidio di consenso elettorale?

Che dire di più. Che Dio ce la mandi buona a noi comuni mortali. Al sindaco Summa, invece, gli auguri sinceri e sentiti di una pronta guarigione.