La rubrica di Luciano Petrullo

15 marzo 2012 | 16:26
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La rubrica di Luciano Petrullo

La lezione gli è stata impartita da una squadra che nel campionato inglese veleggia più o meno nella posizione che il Napoli occupa nel campionato italiano. Rimane il Milan che, pure, a Londra con l’Arsenal, che non primeggia in Inghilterra, ha preso qualche sberla. Il calcio italiano, quindi, viene dopo quello spagnolo, inglese, tedesco, spagnolo e francese. Poco male, ci sono i cicli, e ora ci tocca quello perdente.

Ma col Napoli ci avevamo proprio sperato. Una vittoria del Napoli avrebbe significato molto di più di una vittoria nel calcio. Napoli rappresenta il sud, dell’Europa e dell’Italia. Rappresenta un popolo da sempre in coda a ogni classifica, del benessere, della ricchezza, del rispetto delle regole, dell’efficienza dei servizi pubblici, in una parola, della civiltà. Il sud dell’Italia è sempre il parente povero e poco gradito, da sopportare sorridendo sotto i baffi, anche perché così tanto fuori delle righe. Ed è per questo che una vittoria del Napoli sarebbe stata accompagnatiada milioni di gesti dell’ombrello, da parte di tutti noi terroni e nei confronti di tutti gli altri. Napoli rappresenta quella parte del mondo che sembrerebbe destinata all’eterna sconfitta, quel popolo sempre fuori posto e senza stile.

E allora fa rabbia il risultato di ieri, esagerato, e che annulla la bella vittoria dell’andata. Londra è più a nord della nostra Milano. Ma ieri Chelsea valeva Milano, più di Milano, e, mentre a Milano ormai il Napoli ci va e vince o può vincere, a Londra ancora no.

Ci vorrà ancora tempo. Ma quando accadrà sarà compiuto completamente il riscatto e sarà un altro mondo e un’altra vita. Manca molto? Dipende solo da noi.

Rimbocchiamoci le maniche, e, ovviamente, non solo nel calcio.