La Ola stigmatizza il comportamento di Regione ed Eni

17 marzo 2012 | 12:54
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La Ola stigmatizza il comportamento di Regione ed Eni

Secondo la Ola, Organizzazione lucana ambientalista, l’assenza del responsabile DiMe (Distretto Meridionale) – ENI, del presidente della Regione Basilicata e del presidente del Consorzio ASI all’assemblea pubblica convocata ieri dal sindaco di Grumento Nova, Vincenzo Ventunni per discutere con la popolazione in merito all’ampliamento del centro olio di Viggiano, sottovaluta le esigenze di chiarezza sui progetti che riguardano il territorio della Val d’Agri
ENI, infatti, ha inviato al sindaco di Grumento Nova una lettera nella quale ha declinato l’invito, ritenendo invece di aver offerto tutte le spiegazioni sui progetti di sviluppo che riguardano Viggiano e la Val d’Agri nell’ultimo consiglio comunale aperto di Viggiano che invece ha suscitato molti dubbi e perplessità proprio per assenza di chiarezza sui progetti ENI e per una forte sottovalutazione dei rischi ambientali dovuto dal raddoppio delle estrazioni previste nel Memorandum.

Se grave ed arrogante è il rifiuto di confrontarsi con la popolazione opposto dall’ENI, ingiustificabile è – secondo la Ola – l’assenza dei rappresentanti di Regione e Consorzio ASI, invitati ufficialmente all’assemblea. Questi ultimi prendono così le distanze dalle richieste dei sindaci e dalle comunità che essi rappresentano. La Ola rivolge l’invito ai sindaci della Val d’Agri, sull’esempio dei loro colleghi che in altre parti della regione stanno facendo altrettanto, a
proseguire sulla strada del coinvolgimento delle popolazioni che hanno diritto ad essere informate sui rischi ambientali e per la salute conseguenti il raddoppio delle estrazioni petrolifere.

L’ampliamento del centro olio ENI di Viggiano, la realizzazione di nuove linee produttive, la reinezione delle acque reflue nel pozzo Monte Alpi 9 Or Deep vicino la diga del Pertusillo e su faglie sismiche attive, l’acquisizione di ulteriori aree agricole circostanti – è stato detto – rischiano di diventare una ulteriore minaccia per l’ambiente e la salute dei residenti ed un deterrente per le attività agricole e zootecniche della Val d’Agri già duramente provate e per le
stesse industrie presenti nell’area industriale di Viggiano e per quelle che potrebbero insediarvi in futuro, rendendo così precaria l’occupazione nella Val d’Agri proprio a causa del degrado delle condizioni ambientali e socio-economiche che di fatto stanno trasformando l’area industriale di Viggiano in una seconda Val Basento, divenuta un cimitero industriale ed area inquinata da bonificare.