I veleni industriali e politici della Basilicata

13 marzo 2012 | 16:03
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I veleni industriali e politici della Basilicata

“Ancora oggi si tende a rimuovere la chiave di lettura Radicale che collega le questioni ambientali all’assenza di democrazia, legalità e stato di diritto”

Fa piacere apprendere che l’on. Margiotta abbia fatto gli onori di casa con i membri della Commissione Bicamerale sul ciclo dei rifiuti. Tocca però ricordare che quando il sottoscritto denunciava le “criticità”, che oggi il Vicepresidente della Commissione Ambiente ha voluto sommariamente elencare, i più brillavano per il loro silenzio e per il tentativo di minimizzare. Tocca ricordare a chi ha la memoria corta che c’è chi è finito sotto processo per aver posto la questione della qualità delle acque invasate nelle dighe lucane e in particolare nella diga del Pertusillo. Tocca ricordare che quando nel 2009 ebbi a porre la questione dell’inquinamento provocato dall’inceneritore Fenice e dell’assenza dei dati relativi al monitoraggio 2002-2007, come al solito ci fu chi parlò di allarmismo. Tocca ricordare che la stessa Commissione ambiente della Camera non ebbe a brillare sulla vicenda. Le stesse interrogazioni presentate dall’on. Zamparutti sono rimaste per oltre due anni senza risposta e si è dovuti arrivare all’esplosione dell’inchiesta su Fenice per prendere atto che quanto avevo raccontato e denunciato fosse assolutamente vero. Di certo, ancora oggi si tende a rimuovere la chiave di lettura Radicale che collega le questioni ambientali all’assenza di democrazia, legalità e stato di diritto. Insomma, i veleni industriali figli della malapolitica.
Nondimeno tocca commentare le dichiarazioni dell’ineffabile Senatore Felice Belisario, che prima sostiene pubblicamente il memorandum e poi, con il consueto doppio binario, si permette di dichiarare “non consegneremo la Basilicata alle multinazionali del petrolio”. L’abilità del Senatur a dichiarare e prendere posizione in base alle convenienze del momento non finirà mai di stupirmi.
Il recente incidente verificatosi a Bernalda credo abbia aperto gli occhi a molti sul reale impatto prodotto dalle attività petrolifere in Basilicata. 
Fa piacere apprendere che il Presidente della Giunta regionale abbia scritto a Scaroni, ponendo la questione “dell’adeguatezza tecnologica e gestionale delle infrastrutture tecnologiche che Eni gestisce in Basilicata”. Nel condividere i contenuti della missiva indirizzata a Scaroni, mi auguro che il Presidente abbia rinunciato definitivamente a parlare di valutazioni di impatto emozionale. L’ennesimo incidente collegato alle attività estrattive ci fa capire che le emozioni c’entrano assai poco e che è in gioco la tutela ambientale e la tutela della salute umana. Una volta di più torno a ripetere che è giunto il momento di fermarsi. Moratoria è la parola che vorremmo si pronunciasse a Via Anzio. 
Maurizio Bolognetti Direzione Radicali italiani e Segretario Radicali Lucani