Giustizia lumaca e carcere disumano, l’Italia continua a delinquere

31 marzo 2012 | 12:48
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Giustizia lumaca e carcere disumano, l’Italia continua a delinquere

Il 25 aprile si terrà a Roma la “II Marcia per l’Amnistia, la Giustizia e la Libertà”. Una Marcia “per chiedere al Parlamento un impegno concreto e solerte, adeguato ad affrontare le drammatiche condizioni in cui versano la giustizia e le carceri nel nostro Paese.” La seconda, perché la prima Marcia con analoghi obiettivi si tenne nel Natale del 2005, e allora come oggi, come ormai da decenni, la questione giustizia-carceri con il suo putrido percolato rappresentato dalle immonde condizioni di detenzione è “una delle più grandi questioni sociali in Italia, fonte continua di condanne da parte delle Corti di Giustizia europea e internazionali, per violazione dei diritti umani fondamentali.”
Non a caso Marco Pannella continua a ripetere da tempo che occorre intervenire “per interrompere la flagranza di reato contro i diritti umani e la Costituzione repubblicana”.
Non a caso il Presidente Giorgio Napolitano a luglio dell’anno scorso aveva parlato “di prepotente urgenza sul piano costituzionale e civile”
Nonostante i reiterati richiami del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, l’Italia continua a violare da tempo la Convenzione europea dei Diritti dell’uomo e la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Continuiamo a violare l’art. 27 del dettato costituzionale, continuiamo a registrare una irragionevole durata dei processi, che è fonte di ripetute condanne da parte della Corte di Giustizia Europea(Cedu). Per dirla tutta, l’Italia è primatista europea in materia di condanne da parte della CEDU.
Ed è per queste ragioni che possiamo affermare che il nostro Paese è ormai un delinquente abituale e professionale.
Ma i tempi biblici della giustizia italiana oltre a tradursi in decine di migliaia di prescrizioni ogni anno, quelle che noi definiamo amnistia clandestina e quasi sempre di classe, hanno un pesantissimo riflesso anche sull’economia del nostro bel paese.
Basti pensare che la Banca Mondiale, nel rapporto “Doing Business” 2012, colloca la nostra giustizia civile al 153° posto nel mondo su 183 posizioni disponibili.
E questo per non dire che la Banca d’Italia afferma che l’inefficienza della nostra giustizia civile produce ogni anno la perdita di un punto di PIL.
Insomma, non è eccessivo parlare di bancarotta della giustizia e non è eccessivo quel monito di Marco Pannella che ha definito le carceri italiane “un consistente e allarmante nucleo di nuova Shoah”. Carceri luoghi di tortura per detenuti e per agenti di Polizia Penitenziaria.
Almeno un terzo dei cittadini (vittime e imputati) di questo paese è coinvolto in questo marasma ed è per questo che l’On. Rita Bernardini ha parlato “di una vera e propria questione sociale”. Per dirla con Marco Pannella “un’amnistia quale proposta di riforma strutturale dell’amministrazione del sistema giudiziario italiano, sovraffollato oltre che nelle immonde carceri anche e soprattutto da 10 milioni di procedimenti civili e penali pendenti”.
Dalla Basilicata continuano ad arrivare segnali interessanti di adesione e sostegno agli obiettivi e ai contenuti della marcia organizzata per il 25 aprile.
Ad oggi sono tre i comuni che hanno deliberato il loro sostegno: Latronico, Lagonegro e Tito. Tra coloro che hanno sottoscritto l’appello troviamo i consiglieri regionali Rocco Vita(PSI), Nicola Benedetto(IDV), Alessandro Singetta(API), Francesco Mollica(MPA); e ancora gli avvocati Emilio Nicola Buccico e Vincenzo Montagna; i giornalisti Oreste Lo Pomo e Pasquale Doria; il vice-segretario regionale dell’UDC Antonio Flovilla e Don Marcello Cozzi, Presidente del Cestrim e referente di Libera. Per non dire del sostegno manifestato a titolo individuale dai sindaci Pasquale Scavone, Egidio Nicola Ponzo e Domenico Mitidieri. Sostegni importanti che ci auguriamo possano continuare a crescere. Personalmente intendo continuare il mio digiuno di dialogo con il Presidente De Filippo, iniziato alle 23.55 del 27 marzo. Sciopero della fame, Satyagraha a sostegno dell’iniziativa nonviolenta di Marco Pannella e per invitare il Consiglio regionale a discutere e votare l’ODG depositato dal Consigliere Rocco Vita. E magari per chiedere che, dopo un anno, si discuta e si voti la PDL per l’istituzione del Garante per i diritti dei detenuti. Diritto, diritti, legalità per un 25 aprile che segni il ripristino di un minimo di Stato di diritto in questa nostra Italia.

Maurizio Bolognetti -Radicali Italiani e Segretario Radicali Lucani