Stupro di gruppo, lo sdegno di Aide all’abolizione del carcere

6 febbraio 2012 | 17:45
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Stupro di gruppo, lo sdegno di Aide all’abolizione del carcere

Stupro di gruppo, no all’obbligo del carcere. Lo ha stabilito la suprema Corte, estendendo una pronuncia della Consulta del 2010. Nelle violenze sessuali del “branco”, possibile applicare misure cautelari alternative. Indignazione da parte di Aide (Associazione Indipendente Donne Europee) che proprio di recente ha pubblicato un opuscolo “Carnefici del cuore” per sensibilizzare le comunità alla prevenzione della violenza sessuale
La violenza contro le donne è un problema mondiale di cui si è preso atto sino dal 1975, data nella quale il tema è stato ha dichiarato dall’ONU come il reato più diffuso nel mondo. Si intende per violenza contro le donne la violenza fisica, psicologica, economica e sessuale. Si tratta di una violazione dei diritti umani che trova radici lontane e che viene ancora sottovalutato.
Negli ultimi  anni numerose iniziative internazionali, come quelle sulla verifica della Piattaforma di Pechino, le azioni delle istituzioni europee e nazionali ,  i programmi e le attività delle ONG, hanno contribuito a creare una maggiore consapevolezza del problema e della sua entità, sia per le sofferenze personali sia per i gravi effetti sociali, sanitari ed economici che produce. In Italia l’approvazione della legge n.66 del 15 febbraio 1996 ha rappresentato una significativa innovazione legislativa in materia di violenza sessuale. Tale legge qualifica la “violenza contro le donne come delitto contro la libertà”.

Non è riuscita a capire la Cassazione di donne che nella loro vita hanno avuto la sfortuna di incontrare dei maschi-animali da cui hanno subito violenza e, visto la loro esistenza segnata per sempre. Anni di impegno da parte delle Associazioni femminili per indurre le donne a reagire al male e denunciare  i loro carnefici.  Cosi come  l’avvocato Nicola Francione  ha scritto nella prefazione dell’opuscolo  invitando le donne  a non temere di rimanere sole, perché  esistono persone ed istituzioni pronte ad ascoltarle e ad aiutarle. Non vergognandosi dell’opinione pubblica che oggi è con le donne considerandole capaci di denunciare e reagire al male . Tra queste Istituzioni sicuramente non c’è la Corte di Cassazione.
Aide continuerà con il suo impegno a contribuire  per  sconfiggere il silenzio in nome della libertà e per cercare di trovare delle soluzioni verso un enorme e devastante problema che ci riguarda tutti. Cassazione permettendo.
Anna Selvaggi Tamburrino
 Presidente A.I.D.E
 Commissaria Regionale P.O