Presa la banda del bancomat

24 febbraio 2012 | 11:57
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Presa la banda del bancomat

L’hanno chiamata operazione Back fire, letteralmente “ritorno di fiamma”. Il nome dato all’operazione condotta dalla Squadra Mobile di Potenza deriva dal fatto che la banda sgominata all’alba di oggi operava con altissima precisione

Per aprire il bancomat si serviva di una fiamma ossidrica al fine di non danneggiare il denaro all’interno.

Dieci persone, nove napoletani e un salernitano,  sono state arrestate all’alba di questa mattina dagli uomini della Squadra Mobile di Potenza coordinati dalla dirigente Barbara Strappato. Gli agenti della Questura di Potenza hanno smantellato un sodalizio criminale, dedito ai furti negli sportelli bancomat delle agenzie bancarie del Monte PAschi di Siena.

Le indagini, durate un anno e mezzo, hanno preso il via, a seguito di uno di questi furti, avvenuto a Potenza, la sera del 17 luglio 2010. I ladri con fare anche abbastanza plateale svaligiano il bancomat della filiale Mps di piazza XVIII Agosto. I ladri come si vede nelle immagini mostrateci dalla Polizia hanno agito indisturbati e ostentando anche una certa sicurezza. Vista la totale indifferenza della gente, numerosa, che in quella calda sera d’estate passeggiava nei pressi dello sportello.

Incrociando i dati di altri furti, avvenuti con le stesse modalità, e sempre nelle filiali del Monte Paschi gli uomini della Sezione Criminalità della Mobile di Potenza hanno ricostruito i colpi messi a segno tra la Basilicata e l’Emilia Romagna. Attraverso controlli delle celle telefoniche, impronte digitali e controlli stradali fatti da altre forze dell’ordine gli inquirenti sono risaliti agli autori dei furti.

La banda, riconosciuta come associazione per delinquere finalizzata ai furti, colpiva sempre e solo le filiali dela Monte Paschi Siena, di cui conosceva alla perfezione le misure di sicurezza. Misure, per stessa ammissione degli inquirenti, che in realtà lasciavano molto a desiderare considerato che in alcune filiali non erano in funzione nemmeno le telecamere di sorveglianza. Tra queste quella di Potenza. Gli inquirenti, le cui indagini hanno preso le mosse, proprio da questo episodio si sono serviti di immagini riprese da telecamere presenti nella zona. Da qui un anno e mezzo di indagini e l’epilogo di questa mattina. Dieci arresti, di cui cinque in carcere e cinque ai domiciliari.

La Polizia è risalita a loro grazie anche ai segni lasciati sui luoghi dei furti. Segni che evidenziavano un modus operandi sempre uguale. Una quarantina i colpi messi a segno tra la Basilicata e l’Emilia Romagna. Il bottino complessivo si aggira intorno ai settecentomila euro considerato che per ogni colpo la refurtiva era pari ai 30mila euro di media.

Nel corso delle perquisizioni gli agenti hanno potuto constatare che la banda conosceva bene gli istititi di credito dove colpire. Avevano indirizzi, notizie dettagliate sulle misure di sicurezza e sugli importi presenti nei bancomat. Il che farebbe pensare alla presenza di basisti all’interno della stessa banca Monte Paschi di Siena. Circostanza, questa, non confermata dagli inquirenti, i quali tuttavia continuano ad indagare.

I colpi commessi in Basilicata sono stati quattro. Due a Potenza, uno a Lauria ed uno a Castelgrande. La banda del bancomat stava per colpire anche nel Vulture-Melfese, area in cui si era proceduto a fare diversi “sopralluoghi”.

La banda era capeggiata da Alessandro Dura, un 35enne napoletano soprannominato “il ragioniere”. Tra loro, i componenti del sodalizio, usavano un linguaggio calcistico. Il colpo era “la partita da giocare o non giocare”. Lo stesso linguaggio veniva poi usato della famiglie degli indagati, che a conoscenza dell’attività dei loro congiunti, si scambiavano informazioni al telefono.

I soggetti a cui è stata notificata la detenzione in carcere sono stati condotti nella casa circondariale di Potenza.

I dettagli dell’operazione sono stati illustrati questa mattina nel corso di una conferenza stampa a cui hanno preso parte, tra gli altri, il questore di Potenza, Romolo Panico e la dirigente della Squadra Mobile, Barbara Strappato