Parole, parole, parole

2 febbraio 2012 | 18:31
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Parole, parole, parole

Quasi due ore di confronto serrato: un ping-pong di domande e risposte per capire, vederci chiaro, tentare di “raddrizzare il tiro”

Nel pomeriggio di  mercoledì 1 febbraio la V Commissione Consiliare Permanente “Controllo Verifica e Monitoraggio” è tornata a discutere di giovani- formazione-occupazione: un trinomio di complessa gestione. L’unico antidoto – dall’efficacia tutta da dimostrare – a quell’infausto destino della Basilicata fatto di: disoccupazione, emigrazione giovanile, rischio spopolamento.

L’assenza del neo assessore. Come era ben prevedibile non c’era il neo assessore alla Formazione, Vincenzo Viti, subentrato nel rimpasto di Giunta alla Mastrosimone, a sua volta migrata all’Agricoltura. Decisamente improbabile, infatti, che a poche ore dall’assunzione del nuovo incarico potesse prender parte al dibattito senza avere conoscenza approfondita del tema. A Viti, in ogni caso, in eredità una bella gatta da pelare. Né c’erano, a differenza della precedente audizione dell’11 gennaio scorso, il dirigente generale del Dipartimento e i responsabili della struttura di assistenza tecnica di Meridiana, la società esterna a cui è stato affidato l’incarico della gestione e realizzazione del progetto.

I presenti. C’era invece la schiera di Consiglieri regionali, intervenuti a più riprese, incuriositi, a tratti increduli. Ammessa all’audizione la piccola delegazione di partecipanti al progetto “Un Ponte per l’Occupazione” unitamente a quella, arrivata da Matera, del corso di Alta Formazione in “Nuove tecnologie digitali applicate ai beni culturali e monumentali”. I primi protagonisti di un articolato percorso formativo-sperimentale  dalla durata di circa due anni e mezzo, al momento ancora in fieri. I secondi protagonisti, invece, di un’esperienza di dieci mesi, conclusasi a novembre2011 senza aver ricevuto ancora le indennità di partecipazione (variamente valutabili e comprese tra i mille e i 5 mila euro, a seconda del percorso). In tutto una decina di giovani-laureati-disoccupati arrivati puntuali alle 15,30 per togliersi, quanto meno, la soddisfazione di riferire alla politica disagi, dubbi e paure che quotidianamente circolano in  rete con molta più disinvoltura.

Fabiana laureata in Ingegneria. Per prima prende la parola e pone l’accento sullo slittamento della durata del progetto “Un Ponte per l’Occupazione”: iniziato a maggio 2011, anziché concludersi a maggio 2012, per “l’adeguamento ai tempi tecnici” si chiuderà a luglio 2013. Critica il “silenzio” del Dipartimento regionale a fronte delle lettere di “protesta”, sottoscritte da oltre duecento ragazzi e debitamente protocollate mesi fa, a cui non ha fatto seguito mai alcuna risposta. Fabiana riferisce della sua personale esperienza nella fase di formazione di base (conclusa a ottobre 2011) affidata ad Apof-il per la Provincia di Potenza, ad Ageforma per quella di Matera. “Al di là dei casi singoli, nei moduli di informatica, inglese, cittadinanza europea, mercato del lavoro si è avvertita la mancanza di una verifica della qualità delle docenze “a priori” mentre – sottolinea – abbastanza inutile è sembrato richiedere una valutazione “a posteriori”.

Monica, laureata in Legge. Interviene ricordando come “sono stati forniti materiali didattici, programmi informatici e supporti che, in alcuni casi, non erano decisamente “al passo con i tempi”: una cosa incredibile se si pensa che si è trattato di corsi in Office-avanzato o Web2.0”. Mentre ora, che si guarda alla formazione specialistica, si chiede: “come possa definirsi tale una formazione che non distingue tra diplomati e laureati, che non rilascia certificazioni realmente spendibili sul mercato del lavoro perché i corsi non sono equiparabili a veri e propri master. Senza mezzi termini definisce “strapagati” gli Enti di Formazione là dove riceveranno una dote di 21mila euro per ciascun corsista; di “dubbia legittimità”, invece, le loro campagne di adesione là dove ricorrono a modalità e a tecniche differenti per incisività e invasività: mail, telefonate a casa, sui cellulari, via posta.

Specchietti per le allodole. Si tenta di sdrammatizzare e, anche, in V Commissione c’è posto per un po’ di sana ironia quando Cristiano sottolinea che ci si dovrà accontentare degli attestati di frequenza; di tablet o i-phone che alcuni Enti fanno brillare come “specchietti per le allodole”; dell’opportunità di stage da scegliere tra un ampio ventaglio di possibilità: non solo tra le aziende private – come previsto inizialmente – ma anche tra enti pubblici, cooperative sociali, associazioni culturali.

Ancora tante incertezze. Intanto, il prossimo 13 febbraio (unica data) tutti i partecipanti del programma “Un Ponte per l’Occupazione” saranno chiamati a sostenere i “test d’ingresso” ai corsi di formazione a cui siano interessati, fino a un massimo di cinque opzioni. La piccola delegazione ha fatto notare ai Consiglieri regionali che tali “test” non erano previsti dal bando, che saranno predisposti dai singoli Enti di formazione, che si qualificano come “preventivi” in quanto serviranno a stilare delle graduatorie (sotto la responsabilità di Dipartimento-Meridiana) per poter accedere ad un determinato corso. Ma solo nel caso in cui il numero delle richieste di partecipazione dovesse superare il numero di posti disponibili. E chi quel giorno non potrà esserci? Potrà sperare che bastino i posti o andrà in coda alle graduatorie o ripiegherà su quello che avanza.

Discussione ancora una volta rimandata. Nonostante la partecipazione minima, come d’altronde già messo in conto stante il contemporaneo svolgimento delle ore al Centro per l’Impiego (fase 1D) per la maggior parte dei gruppi, e la neve calata ampiamente su strade e autostrade della regione, nel corso dell’audizione sono state snocciolate alcune tra le principali criticità, destata l’attenzione dei Consiglieri regionali, stappata la promessa di tornare a discuterne per “capire, là dove possibile, in che punto il percorso ha slittato”.

Ma nella solita rete il dibattito si accende. Ma è nella rete che si moltiplicano i commenti, da aggiungere al dibattito. Anche chi non ha potuto essere presente all’audizione vorrebbe far sentire la sua voce, come M.S. che scrive in una mail: “nel caso fossi venuta avrei posto una questione secondo me importante: da un’attenta analisi dei percorsi formativi proposti almeno per noi laureati in Lettere, non ce n’è uno che rilascia un attestato legalmente valido. Sono per lo più propedeuticità per altre cose che devi andarti a completare a tue spese. Spero non sia l’ennesimo parcheggio per 2 anni”.

Tra quelli che, invece, nella convocazione dell’audizione in V Commissione non ha mai riposto grandi speranze c’è anche Blond l’Occidentale che su Fb rilancia la sfida a più alti livelli: “essere stati ascoltati in Commissione potrà servire a poco. Se davvero vogliamo ottenere qualcosa di concreto propongo di ricorrere alla Commissione europea per cattiva gestione dei fondi”.

Eppure, non manca chi continua a vedere la questione da un altro punto di vista: decisamente positivo. Come L.R. che precisa in una mail: “io sono sempre stata fiduciosa sul progetto, anche se alle volte ho incontrato momenti di abbattimento. Ma poiché il mercato del lavoro qui in Basilicata non offre nulla, mi reputo una persona fortunata per aver superato la selezione e questa opportunità me la tengo stretta stretta. Dal momento che abbiamo firmato un contratto, che sia di lavoro o meno, – conclude – non mi interessano opposizioni!”.