No ai reflui petroliferi nel pozzo di Grumento Nova

7 febbraio 2012 | 12:10
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No ai reflui petroliferi nel pozzo di Grumento Nova

Secondo la Ola la Regione Basilicata non avrebbe mai dovuto autorizzare questo pozzo e non dovrebbe oggi autorizzare la reinezione delle acque di strato del Centro olio nel pozzo di Grumento Nova anche in considerazione dell’alta vulnerabilità del bacino idrico in cui esso ricade che potrebbe subire contaminazioni

La Ola (Organizzazione lucana ambientalista) rende noto che con richiesta all’Ufficio Compatibilità Ambientale del Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata del 25 dicembre 2011 – il cui avviso è stato pubblicato sulla stampa locale oggi 7 febbraio 2012 – l’Eni ha richiesto, ai sensi del D.lgs 152/2006, così come modificato dal D.lgs 128/2010, l’aggiornamento dell’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) per il Centro olio di Viggiano, finalizzata allo scarico delle acque di strato trattate presso il Centro olio nell’unità geologica profonda mediante il pozzo “Monte Alpi 9 Or Deep”, con l’inclusione nella nuova AIA anche dell’autorizzazione a continuare lo scarico nel pozzo “Costa Molina 2″, più volte prorogata attraverso determine dirigenziali dagli uffici regionali.

Con deliberazione della giunta regionale n.1005 del 12 luglio 2011 – pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Basilicata dell’1 agosto 2011 – è stato rilasciato giudizio favorevole di compatibilità ambientale per la VIA e l’autorizzazione paesaggistica per la reinezione nel pozzo “Monte Alpi 9 or Deep” delle acque di sottoprodotto della lavorazione dell’attività estrattiva e di quelle del Centro olio di Viggiano, pari ad oltre 1 miliardo di metri cubi all’anno. Queste notevoli quantità sono connesse all’incremento delle estrazioni di greggio che il Memorandum approva, al quale la nostra Organizzazione si oppone, chiedendo unitamente una moratoria petrolifera in Basilicata.

Gli uffici regionali – evidenzia la Ola – hanno accolto solo parzialmente le osservazioni prodotte dalla nostra Organizzazione nel 2009 nell’ambito della VIA relative al pozzo, introducendo il posizionamento di una centralina di rilevamento sismico, nonostante Eni non accennasse minimamente nello studio di impatto ambientale all’elevata pericolosità sismica presente nell’area della Val d’Agri e, soprattutto, alle faglie sismiche attive suscettibili di provocare forti terremoti. La Ola chiedeva, dopo aver consultato propri tecnici ed esperti, la messa in relazione delle caratteristiche del reservoir con la mappa delle faglie sismicamente attive nell’area, completando lo studio con una valutazione della pericolosità sismica dei singoli elementi sismo-genetici presenti. Proprio su questo delicato problema, di recente, il prof. Leonardo Seeber – uno dei più noti sismologi mondiali, docente al Lamont-Doherty Earth Observatory della Columbia University – ha dichiarato che “l’attività estrattiva di idrocarburi è ben conosciuta come un agente che può alterare lo stato meccanico crostale, in maniera sufficiente da anticipare terremoti […] l’incremento sostanziale è prolungato dalla pressione del fluido interstiziale è una delle maniere più efficienti per diminuire la resistenza della roccia e portare a una sua rottura sotto lo sforzo naturale, generando terremoti”. In assenza di studi dedicati e soprattutto, di piani ingegneristici noti sull’attività mineraria relativa al pozzo con commissioni di esperti indipendenti, alle quali dare garanzia del completo accesso alle informazioni tecniche – così come evidenziava il prof. Seeber – assume particolare importanza la gravosa responsabilità assunta dagli uffici regionali nell’autorizzare il pozzo di reinezione “Monte Alpi 9 or Deep”, pensando di coprire coscienza e responsabilità, abilitando una centralina sismica senza aver richiesto ed analizzato i piani ingegneristici dell’Eni, anziché pretendere la chiusura di “Monte Alpi 9 or Deep”.

Secondo la Ola la Regione Basilicata non avrebbe mai dovuto autorizzare questo pozzo e non dovrebbe oggi autorizzare la reinezione delle acque di strato del Centro olio nel pozzo di reinezione di Grumento Nova anche in considerazione dell’alta vulnerabilità del bacino idrico in cui esso ricade che potrebbe subire contaminazioni. Inoltre, nell’ambito del work over del pozzo “Monte Alpi 9 Or Deep” non sono da escludersi problemi di cedimento della incamiciatura. Evento, quest’ultimo, tutt’altro che remoto dal momento che si sarebbe già verificato nel mese di settembre 1999 nel pozzo di reiniezione “Costa Molina 2″, nel territorio comunale di Montemurro. Evento di cui, purtroppo, non si conoscono ancora oggi le dinamiche e le implicazioni sulle falde idriche superficiali e profonde, unitamente ai rilievi sismici pure prescritti dalla Regione. Altro incidente che ha riguardato pozzi petroliferi in Val d’Agri è quello relativo al Blow-out del pozzo “Monte Alpi 1 Est”, poco distante, sempre nel territorio di Grumento Nova di cui non si conoscono ancora i report sulla bonifica operata sulla superficie e sul bosco circostante contaminato dal greggio e da altri liquidi di perforazione, con possibili sversamenti nei corpi idrici e nelle acque del vicino invaso del Pertusillo nelle cui acque analisi recenti hanno confermato la presenza di bario, metalli pensanti ed idrocarburi nei sedimenti.

La nuova richiesta dell’Eni si inserisce nell’inattuato protocollo d’intenti del 7 ottobre 1998, che all’art.5 comma III (vedi la D.G.R n.2940 del 12 ottobre 1998) indicava in Eni il soggetto attuatore del protocollo tecnico per la gestione di situazioni di emergenza, con particolare riguardo ai problemi di perforazione e di reiniezione di fluidi in unità geologiche profonde. Un protocollo di gestione al momento rimasto sulla carta, unitamente al completamento della rete di monitoraggio ambientale. Le omissioni sopra indicate ancora una volta sottostimano i gravi rischi per il territorio, l’ambiente e la salute dei cittadini. Gli uffici regionali si assumono una gravosa responsabilità nell’autorizzare lo sversamento delle acque di strato nel pozzo “Monte Alpi 9 Or” anche per il rischio di innescare terremoti.

Nel preannunciare nuovamente le proprie osservazioni alla nuova richiesta dell’Eni, la Ola invita i Comuni di Grumento Nova, Montemurro e Viggiano a fare altrettanto, a produrre cioè le proprie osservazioni entro il termine indicato ridotti dagli uffici regionali a 30 giorni dai “canonici” 60 giorni di solito indicati per tali procedure, e cioè entro il 9 Marzo 2012, dopo aver consultato tecnici di fiducia, per mantenere alta una attenzione vera per una problematica che non può essere sottovalutata o peggio fatta passare sotto silenzio.