Lettera a Giusi Cavallo

13 febbraio 2012 | 22:29
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Lettera a Giusi Cavallo

Caro direttore Giusi Cavallo, la ringrazio per la solita premura con cui mi fa notare le mie intemperanze e i miei errori. Lei dice sempre che bisogna fare attenzione quando si scrive, che bisogna evitare la fretta e rileggere sempre l’articolo prima di darlo per chiuso Santa ragione. A volte non seguo i suoi consigli, anche perché come lei dice simpaticamente e con affetto sono il “terribile” della famiglia. A proposito del mio articolo sulla Repubblica Popolare di Basilikata, pubblicato ieri 12 febbraio su basilicata24.it, devo darle delle precisazioni alla luce anche delle tante telefonate che lei ha ricevuto nella giornata di oggi. Devo precisare che quando mi riferisco alla Basilicata quale unica Regione in Italia ad avere un Piano editoriale, intendo dire che è l’unica ad avere un piano editoriale così fatto. Altre Regioni hanno un piano di comunicazione o anche editoriale, il che per quanto mi riguarda è comunque un’anomalia nel panorama dell’editoria in Italia. La mia opinione è che nessun ente pubblico e neanche lo Stato debbano avere piani editoriali. E’ sufficiente un Piano di Comunicazione che, contrariamente a quanto pensa qualche improvvisato esperto di comunicazione, non è sinonimo di piano editoriale. Insomma l’ente pubblico che si  dota di un piano editoriale è da guardare con sospetto. Seppure le altre Regioni ne sono fornite, questo non vuol dire che si comportano allo stesso modo della Basilicata, né vuol dire che i contenuti dei loro Piani sono i medesimi della Basilicata. Fin qui la mia opinione che non devo verificare con nessuno. Chi non è d’accordo lo dica e porti le sue argomentazioni, possibilmente in pubblico. Ma il tema vero del mio articolo, sul quale si sono abbattute le ire di alte sfere, non era questo. Era e rimane un altro. Anche se qualcuno sta tentando di deviare i fatti su questioni di lana caprina per mettere in cattiva luce il giornalista nella speranza che vada in cattiva luce anche il giornale. Ma io so come funzionano certe cose, perché come lei sa i miei genitori e me stesso veniamo da una brutta esperienza cosiddetta di democrazia popolare. Quindi torniamo alla questione vera.  Come mai Basilicatanet, portale della Regione Basilicata, promuove una testata televisiva privata? Questo il punto (mi scusi ancora il mio italiano un po’ slovacco). Nella lettera che le è stata inviata dalle alte sfere di Basilicatanet, e che lei onestamente e correttamente, mi ha girato per chiedermi le legittime e doverose precisazioni, c’è scritto: “Intervengo per fornire alcune precisazioni in merito all’articolo sulla presunta pubblicità sul sito Basilicatanet Il banner riportato non è un’inserzione pubblicitaria, ma un link di collegamento all’ultima edizione del tg della stessa testata (come per altro desumibile dalla dicitura “guarda lanuovatg”) al pari del soprastante link all’ultima edizione del Tgr Rai. Tale iniziativa è stata assunta a seguito di richiesta venuta dalla stessa emittente locale (che segnalava come sullo stesso sito si desse anche conto delle pubblicazioni fatte dai giornali cartacei, nella rassegna stampa e nel giornale Basilicata Mezzogiorno) e riguarda non solo “lanuovatg” ma i tg di tutte le emittenti locali disponibili in internet, anche in considerazione del notevole afflusso di persone residenti fuori regione e fuori Italia che ricorrono a Basilicatanet per tenersi informate su quanto avviene in Basilicata. La richiesta in tal senso inoltrata nello scorso mese di novembre dagli Uffici regionali alla società che cura l’implementazione software del sito, è stata, però, ad oggi solo parzialmente soddisfatta (pur essendo stati già approntati banner e link per gli altri tg) anche a causa dell’interruzione del rapporto di lavoro con la persona che curava tale implementazione per conto della società fornitrice che oggi è stata nuovamente sollecitata a dar corso a quanto richiesto.” Oltre alla lettera, lei mi ha anche riferito della telefonata ricevuta dal direttore di Basilicatanet il quale ha spiegato che le altre tv possono chiedere di avere il link sul portale pubblico. Lei mi ha anche detto che il direttore di Basilicatanet le ha assicurato che altre testate televisive sanno che possono accedere a questo servizio. Anzi le è parso di capire che le altre testate tv hanno già fatto richiesta, tanto è che solo per un problema tecnico non sono ancora linkate. Fin qui tutto chiaro. Molto chiaro. Qualcuno pensa che gli altri sono fessi. E invece no:

–       avevo già verificato e ho riverificato che almeno due testate televisive, una delle quali molto importante e seguita nel Materano, non ne sapevano nulla. Sono scese dalla nuvole. Non sanno di che si parla. Anzi hanno aggiunto delle considerazione che è superfluo riportare in questa sede. E non essendo molte le testate televisive, specie quelle che hanno anche un sito internet, il campione sembra molto rappresentativo.

–       non è dato sapere chi ha fatto richiesta di avere il proprio link sul portale

–       è evidente che se risponde a verità quanto scritto dal signore nella lettera a lei inviata, è perlomeno scorretto inserire un link in attesa (mesi) che vengano inseriti anche i link delle altre testate, favorendone una soltanto

–       apprendiamo dal signore che le ha scritto che un link non è pubblicità, chissà in quale scuola di comunicazione glie lo hanno insegnato. A me hanno insegnato che un link su un portale è pubblicità come una manchette su un giornale, ma evidentemente apparteniamo a due scuole di pensiero

Però, direttore, non se la beve nessuno la storiella del problema tecnico legato alla società di implementazione software del sito. E nessuno si beve la storia che la richiesta è stata fatta da una sola testata, come sembra nella lettera a lei inviata, e la storia che anche gli altri sanno di poter fare richiesta, come invece le viene riferito nella telefonata. E’ evidente che nessuno ha fatto richiesta perché non c’era alcuna richiesta da fare, in quanto nessuno ha mai saputo che si potesse fare una richiesta. Sarei curioso di vedere la lettera con la quale il signore di Basilicatanet, informa le altre testate giornalistiche televisive esistenti in Basilicata. Insomma. Ai lettori i giudizi. Però, direttore, sarebbe bello avere un confronto pubblico con chi scrive, con presunzione e rimprovero, nella lettera a lei inviata: “Purtroppo ha prevalso la scelta di un’informazione che prima lancia insinuazioni e sospetti e poi chiede conto, come legittimamente la stampa è chiamata a fare, nell’interesse ad essere correttamente informati dei cittadini.” Azz! Mi consenta soltanto questa intemperanza. Questa lettera caro direttore lei ha il potere di non pubblicarla. Se non la pubblica ha le sue ragioni che io rispetto. Abbiamo condiviso le stesse considerazioni riguardo alla lettera del signore di Basilicatanet, quindi la pensiamo allo stesso modo. Sa che io la ritengo una delle persone più libere e più oneste intellettualmente che esistono in questa Basilicata. Ho cercato di scrivere, questa volta, come dice lei, con più calma e più riflessione. Ma non posso smettere di essere “il terribile” di Basilicata24. Quindi aggiungo una delle mie solite: ma chi cazzo sono questi signori! Un abbraccio forte.

P.S. Ribadisco la necessità di fare chiarezza su come viene gestita l’informazione pubblica in Basilicata, con tutti gli annesse e connessi, affini e sopraffini come diceva il vostro, quello sì vero esperto di comunicazione, principe Antonio De Curtis.