“L’Asp nega l’utilizzo di una macchina per la risonanza magnetica a una struttura privata”

22 febbraio 2012 | 16:58
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“L’Asp nega l’utilizzo di una macchina per la risonanza magnetica a una struttura privata”

Un caso di “complicazione amministrativa. Malaburocrazia, come se già da sola la burocrazia non bastasse a complicare le cose. In poche parole: una struttura sanitaria privata di Melfi vorrebbe utilizzare una macchina per la risonanza magnetica, l’Asp per un problema di interpretazione del Dpr 542/ 94 nega l’utilizzo di questo macchinario

La vicenda, sollevata da Sanità Futura, associazione di categoria delle strutture sanitarie lucane e pugliesi, attraverso lettere al Dipartimento Salute della Regione, all’assessore Martorano, al direttore generale dell’Asp Marra e a funzioni e dirigenti degli uffici competenti, con la richiesta di “chiarificazioni” e della eventuale indizione di una conferenza di servizi, riguarda l’istallazione e l’uso di apparecchiature di Risonanza Magnetica presso il Poliambulatorio Polimedica di Melfi. Alla Polimedica di Melfi viene preclusa la possibilità di impiego di una macchina per la risonanza magnetica per problemi di interpretazione del DPR 542/94, sino a raggiungere il grottesco della negazione dell’accesso agli atti a causa di quello che è definito un “endoprocedimento” in corso.

Il procedimento – scrive in una nota il presidente di Sanità Futura Giuseppe Demarzio – è “pendente” presso l’Asp, ma la richiesta di un formale chiarimento da parte regionale è riferita al fatto che la Regione è l’ente competente in materia di autorizzazioni all’esercizio di attività sanitaria e riteniamo che debba avvertire una responsabilità oggettiva per una corretta e soprattutto omogenea osservanza delle norme vigenti in tale materia su tutto il territorio regionale da parte delle preposte AASSLL. Abbiamo scritto – continua Demarzio -anche nella consapevolezza di essere legittimati da quanto previsto dalla L. 241/1990 s.m.i. in materia di trasparenza amministrativa e che ci siamo da sempre dichiarati disponibili per un sano confronto e per un comune approfondimento delle eventuali problematiche inerenti le attività delle strutture da noi rappresentate al fine di evitare inutili quanto dannosi contenziosi.
In riferimento all’istallazione e l’uso delle apparecchiature, a distanza di più di 4 mesi,  l’Asp non ha ancora provveduto a rispondere alla struttura associata a Sanità Futura, nè a spiegare la natura del procedimento che evidentemente si è avviato in modo del tutto anomalo (senza darne formale avviso nemmeno rispetto all’ufficio responsabile). Osserviamo che- aggiunge Demarzio-il D.P.R. 8 agosto 1994, n. 542, a tutt’oggi vigente sull’intero territorio nazionale, consente l’istallazione e l’uso di apparecchiature di R.M. settoriali senza la necessità di un procedimento di autorizzazione aggiuntivo e preventiva verifica di requisiti; la struttura ha dichiarato (assumendone evidentemente responsabilità) che le prestazioni di risonanza magnetica di cui si richiedeva l’inclusione nella procedura informatica (CEAWEB), sarebbero state erogate con apparecchiatura rientrante nella fattispecie di cui all’art. 3 del citato D.P.R.; riteniamo che l’ufficio dell’ASP non possa e non debba aggravare ingiustificatamente tale procedimento amministrativo;
riteniamo altresì che bloccare l’erogazione delle prestazioni comunicate dalla struttura, subordinandola alla verifica preliminare di requisiti di esercizio (procedura non richiesta dalla norma, anzi dichiaratamente esclusa) possa causare danni alla nostra associata di cui l’ASP non dovrebbe rendersi responsabile; ci appare oltre misura poco spiegabile (dalla lettura del combinato disposto della L. 241/1990 e del D.P.R. 542/1994) la strada intrapresa dall’ ufficio dell’ASP con la nota indirizzata al Dipartimento di Prevenzione e non vorremmo essere costretti a considerare la poco auspicabile ipotesi di un atteggiamento immotivatamente ostruzionistico, vessatorio e antisindacale (considerando la carica ricoperta dalla nostra struttura in seno all’Associazione di Categoria ); chiedere una preliminare verifica al Dipartimento di Prevenzione della stessa ASP, infatti, assume quasi un sapore minaccioso: tale ufficio infatti può operare i controlli di legge 365 giorni all’anno, a condizione che rispondano a criteri di doverosità e di imparzialità, che si inseriscano in una giusta previsione di legge e che rifuggano da logiche improvvisate ed arbitrarie  che invece causerebbero ingiustizie, aggravio di costi alle casse pubbliche e contenziosi assolutamente inutili ed evitabili; all’inserimento delle nuove prestazioni oggetto della comunicazione della struttura non si è accompagnata una richiesta di nuovo Tetto Assegnato né di aumento di quello attualmente contrattualizzato.
La erogabilità di nuove prestazioni di risonanza magnetica attraverso la struttura, infine, si inserisce: in un contesto territoriale per il quale si registra una lista di attesa di circa 2 mesi, in una fascia di confine capace di attrarre mobilità attiva da 2 Regioni limitrofe (Puglia e Campania).
Ancora: la nostra associata Polimedica srl con propria nota del 08/11/2011 presentava alla ASP richiesta di partecipazione al proprio procedimento amministrativo “Comunicazione erogazione prestazioni contrattualizzate e richiesta integrazione procedura CEA WEB per prestazioni mancanti” protocollato a Venosa il 21/09/2011; l’ASP di Potenza con comunicazione del 05/12/2011 a firma del Direttore Generale differiva l’accesso amministrativo fino alla conclusione dell’iter interdipartimentale!
A fronte di tali comportamenti che colpiscono direttamente ed economicamente le strutture da noi rappresentate, determinando un aggravio sulle liste d’attesa, causando disagio all’utenza e incentivando la migrazione sanitaria, chiediamo – conclude Demarzio – che venga dato celere riscontro da parte dell’ASP e chiarimento da parte della Regione sul caso rappresentato”.