La tassa sulla disgrazia la paghiamo già

8 febbraio 2012 | 14:44
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La tassa sulla disgrazia la paghiamo già

La Regione Basilicata attraverso l’Ansa fa sapere che nonostante le condizioni meteorologiche «critiche» in diverse aree, non intende chiedere lo stato di emergenza «poiché questo comporterebbe in automatico l’applicazione della ‘tassa sulle disgrazie ossia l’elevazione al massimo di tutte le addizionali fiscali sul territorio regionale». La Regione, in una nota, ha infatti spiegato che con lo stato di emergenza bisognerebbe aumentare, ad esempio, le accise sui carburanti di cinque centesimi di euro al litro, l’addizionale Irap dal 4,75 al 5,75 per cento, e l’addizionale Irpef dallo 0,90 all’1,40 per cento. Questo sulla base della legge approvata lo scorso anno con cui è stato eliminato l’intervento finanziario dello Stato nella gestione delle operazioni, trasferito alle Regioni, su risorse proprie o sulla leva fiscale locale. Per questo motivo «la Regione Basilicata ha deciso di fronteggiare l’emergenza, fin quando possibile, utilizzando i mezzi propri senza gravare sui cittadini e sulle aziende in un momento particolarmente delicato della storia del nostro Paese». Questo è quanto viene raccontato ai cittadini, trattati ancora una volta come asini cretini. Andiamo a vedere la verità. L’art. 2, comma 2-quater, del D.L. Mille proroghe (come convertito dalla legge n. 10/2011), dispone che le Regioni colpite da una calamità naturale hanno l’onere di reperire le risorse all’interno del proprio bilancio; qualora le risorse regionali non siano sufficienti, potranno essere deliberati aumenti dei tributi, delle addizionali e delle aliquote fino al limite massimo consentito. Potrà essere anche elevata l’imposta regionale sulla benzina, fino ad un massimo di 5 centesimi al litro oltre il tetto consentito. Quindi, riepilogando, mentre la Regione ci fa capire che è obbligatorio sia nei modi sia nei termini quantitativi tassare i lucani in caso di calamità, scopriamo che “le regioni hanno l’onere di reperire risorse all’interno dei propri bilanci” e solo quando tali risorse sono insufficienti si può ricorrere ad aumenti di imposti e tributi fino ad un massimo di… Adesso facciamo le solite domande stupide: perché non abbiamo le risorse in bilancio per fronteggiare una situazione di calamità? Ma non siamo la Regione delle ricchezze naturali, del petrolio, dell’acqua del gas? Altra domanda cretina: e perché bisogna aumentare l’accise sui carburanti in una Regione dove il carburante costa più che altrove già da anni? E perché aumentarla di 5 centesimi, nel caso fosse necessario, se la norma dice “fino ad un massimo di?” Cari signori, non si può far morire la gente, far soffrire le aziende agricole, gli anziani, la gente delle contrade, perché c’è la minaccia della tassazione. E’ cinico, è da incapaci a governare un territorio e le emergenze. Forse un motivo c’è. Magari andrà tutto bene, tra qualche ora la neve si scioglierà, il ghiaccio scomparirà, le strade saranno libere e voi sarete lì al balcone ad aspettare l’applauso dei cittadini “cretini” i quali penseranno “che bravi! hanno evitato di farci pagare la tassa sulla disgrazia!” E no, troppo facile. Alla vecchietta di campagna che rischia di morire di freddo non gliene frega niente dell’accise  e dell’Irap. Alle persone che devono raggiungere il Crob di Rionero e sono rimaste bloccate non gliene frega niente delle vostre minacce tributarie. E poi, perché, ripeto la domanda cretina, in una Regione ricchissima e sanissima, come racconta il suo presidente, la gente deve pagare anche la tassa sulla disgrazia? Ma come, non abbiamo i soldi in bilancio? Ma per favore! La gente sta già  pagando una salatissima tassa sulla disgrazia da molto tempo: la tassa sulla disgrazia di avere voi come amministratori.