La rubrica di Luciano Petrullo

26 febbraio 2012 | 18:41
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La rubrica di Luciano Petrullo

Chissà, forse in gioventù si era imbevuto della saga dei Fantozzi, mitizzando la figura del gran Presidente megalattico. Oppure sarà andata diversamente. Certo è che una giustizia un po’ macchinosa e lenta nei movimenti, alla fine ha detto la sua, e il Presidente deve risarcire.

Deve risarcire un danno erariale causato con acquisti tanto sfarzosi quanto inutili, fatti per rendere lussuoso il suo ufficio.

L’ironia della sorte ha voluto, fra l’altro, che la decisione cadesse nella stagione della crisi e dei sacrifici, per rendere la vicenda ancora più grottesca.

Ma il problema non è tanto che esista un Presidente di un ente regionale che spende e spande, il problema è che non esistano o siano inutili sia i controlli preventivi che quelli successivi.

Gli sperperi erano segnalati da tempo, e mi rifiuto di credere che non fossero noti a tutti, anche a chi doveva controllare, impedire, o solo limitare, o a chi aveva il potere di decretare una revoca dell’incarico, ma nessuno ha pensato bene di impedirli, o di limitarli.

Come? Molto semplicemente, sostituendo il Presidente spendaccione.

Ma il fenomeno temo sia ben radicato in Italia. E non riguarda solo le spese inutili e lussuose fatte col danaro pubblico. Riguarda anche la laboriosità, l’efficienza, il livello di bravura degli apparati dirigenziali.

Ricordo, anni fa, quando mi recai in regione per discutere di una vicenda giudiziario-amministrativa con un dirigente, e rimasi spiazzato dal fatto che questi avesse una splendida stanza, ottimamente arredata, e fin qui mi pare che siamo nella media, ma, ed è quello che mi colpì di più, senza una carta sulla scrivania, un fascicolo, un blocco per appunti, un segno che in quella stanza si lavorasse seriamente e indefessamente. I tavoli erano lindi e sgombri, come, per esempio, non accadrà mai in uno studio professionale, dove effettivamente si lavori.

E allora due considerazioni finali:

la prima, questi sono i dirigenti che ha regalato alla collettività la politica, e che la politica non ha saputo sostituire, una volta accertata la loro inettitudine o la loro “generosità” nello spendere. Evidentemente la loro presenza non è dettata dalla necessità di ben amministrare, e dico davvero una cosa tanto logica quanto banale.

La seconda, la giustizia non può sempre arrivare così tardi, e un sistema civile non può aspettare che arrivi la giustizia per rigenerarsi. Se non è capace di tutelarsi da solo, è un sistema marcio, ma che più marcio non si può, perché la responsabilità va equamente distribuita fra i colpevoli e chi li ha scelti, confermati e riconfermati.