Il caso Fenice alla Commissione Ambiente

7 febbraio 2012 | 19:50
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Il caso Fenice alla Commissione Ambiente

Nella memoria presentata a Roma si sottolinea che per anni Arpab e Fenice non hanno comunicato che era in atto un grave inquinamento della falda acquifera circostante il termovalorizzatore di San Nicola di Melfi

Maurizio Bolognetti, segretario dell’Associazione Radicali Lucani e autore del libro “La peste italiana. Il Caso Basilicata”, ha consegnato alla Commissione Ambiente della Camera dei Deputati una memoria sul “Caso Fenice”. Nel documento si sottolinea che per anni, in aperta violazione di numerosi articoli del codice dell’Ambiente, Arpab e Fenice non hanno comunicato che era in atto un grave inquinamento della falda acquifera con metalli pesanti e alifati clorurati cancerogeni. Si descrive, inoltre, la fallimentare gestione del ciclo dei rifiuti in Basilicata con percentuali di raccolta differenziata lontanissime dagli obiettivi fissati dal D.LGS 152/2006. Una gestione lontana anni luce dalla “gerarchia dei rifiuti” indicata dalle Direttive UE. Nel documento consegnato non solo una ricostruzione del “caso Fenice”, ma anche una serie di proposte, quali l’avvio di una indagine epidemiologica e biologica nella zona del Vulture-Alto Bradano, la richiesta di rivedere l’art. 242 del Codice dell’Ambiente e la richiesta di Mappe epidemiologiche geografiche. La Commissione, come è noto, ha avviato da alcune settimane audizioni informali nell’ambito di una indagine conoscitiva dedicata al funzionamento dell’inceneritore Fenice di proprietà della multinazionale francese Edf, ubicato nella piana di San Nicola di Melfi. Le audizioni scaturiscono dalle risoluzioni presentate in Commissione Ambiente nell’ottobre 2011 dall’On. Elisabetta Zamparutti e dall’On. Salvatore Margiotta. Le numerose violazioni del codice dell’ambiente, che hanno portato la Procura di Potenza a formulare sulla vicenda l’accusa di disastro ambientale, sono state documentate e denunciate da Bolognetti fin dai primi mesi del 2009 e puntuale fin dal 2009 è stata l’attività di sindacato ispettivo svolta dall’on. Zamparutti, che ha ripetutamente interrogato il Ministero dell’Ambiente senza ricevere risposte.