Contro le perforazioni no dei Comuni ai petrolieri

3 febbraio 2012 | 11:23
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Contro le perforazioni no dei Comuni ai petrolieri

“Bisogna opporsi alle tre richieste della Shell ed essere pronti ai colpi di mano che potrebbero eslcudere il parere dei sindaci”

La Ola (Organizzazione lucana ambientalista) – analogamente a quanto già richiesto ai sindaci per i permessi di ricerca Eni “San Fele”, “Monte Li Foi”, “Muro Lucano”, “Frusci” – chiede ai Comuni rientranti nei nuovi permessi di ricerca petroliferi denominati “La Cerasa”, “Monte Cavallo” e “Pignola” di opporsi alle tre richieste della Shell, tenendosi successivamente pronti a ricorrere contro “colpi di mano” degli Uffici della Regione Basilicata che potrebbero escludere i loro pareri contrari con lo stesso stratagemma (esclusione procedura VIA), già utilizzato per il permesso Eni “Frusci”. In questi giorni la Shell ha depositato presso numerosi Comuni lucani (ed anche campani) i relativi progetti per il rilascio dei pareri di amministrazioni, cittadini e associazioni previsti nell’ambito della procedura VIA in base alla L.R. 47/98. I tre nuovi permessi di ricerca della Shell prevedono, oltre ai rilievi sismici, la realizzazione di pozzi petroliferi esplorativi con relative postazioni e piste di accesso. Riguardano un ampio territorio interessato da aree protette nazionali e regionali, aree boscate e di interesse paesistico–ambientale, ricco di sorgenti ed attività prevalenti di tipo agricolo e zootecnico.

Il territorio interessato, pari a centinaia di chilometri quadrati, comprende i Comuni di Brienza, Marsico Nuovo, Sasso di Castalda, Satriano di Lucania, Tito (permesso “La Cerasa”); Brienza, Marsico Nuovo, Paterno, Tramutola ed in Campania, Atena Lucana, Montesano sulla Marcellana, Padula, Polla, Sala Consilina, Sant’Arsenio, Sassano e Teggiano (permesso “Monte Cavallo”); Abriola, Anzi, Brindisi di Montagna, Pignola, Potenza e Tito (Permesso “Pignola”).

La Ola denuncia, ancora una volta, come per le compagnie petrolifere l’intera Basilicata sia una colonia energetica nella quale è a rischio l’integrità del territorio e delle fragili falde idriche, ma anche il futuro delle comunità. Tutto questo accade grazie alla “benevolenza” interessata dei sostenitori del Memorandum degli interessi privati dei petrolieri.