Chi spera muore disperato. Chi semina speranza campa cento urne

3 febbraio 2012 | 18:10
Share0
Chi spera muore disperato. Chi semina speranza campa cento urne

Care lettrici e cari lettori nella settimana appena trascorsa mi è capitato di sentire o leggere dichiarazioni del presidente della Giunta regionale sul come fare per salvare dal baratro della disoccupazione i giovani lucani. E sinceramente mi ha un po’ disturbato

Ho pensato tra me e me che negli ultimi sette anni, tanti sono quelli trascorsi in Basilicata a fare questo mestiere, gli annunci sono stati pressoché gli stessi. Al mio esordio lucano come giornalista, fu il Patto coi Giovani. “Rivoluzionario, senza precedenti. Unico nel suo genere avrebbe rappresentato uno strumento di sostegno e indirizzo ai tanti giovani lucani in cerca di occupazione”. Copio e incollo dal portale “Patto coi giovani”:  “Obiettivo di questo progetto è creare le condizioni affinché i giovani possano avere in Basilicata, oltre al diritto fondamentale e imprescindibile all’occupazione, anche risposte alle giuste esigenze che guardano al miglioramento della propria qualità della vita. Così il Patto con i Giovani è la centralità di una strategia che innalza l’entusiasmo generazionale come una delle migliori condizioni di sviluppo e di competitività territoriale”.
Nel frattempo la crisi ci ha travolto. E meno male! Così le promesse del “rivoluzionario Patto” se non sono state mantenute è stato per colpa della crisi. Ma veniamo ai giorni nostri ed ecco che la salvezza passa, secondo i soliti banditori,  sopra un Ponte (per l’occupazione) che però sembra più una zattera della Medusa. Come i naufraghi dipinti da Géricault i giovani lucani si aggrappano ad un pezzo di legno alla deriva in una tempesta che sembra non avere eguali. E allora ecco che spunta il Memorandum. In un’intervista televisiva priva del benché minimo accenno di replica da parte della giornalista che lo ospitava ( Domenica 22 gennaio Rai Uno, Rai Parlamento) il presidente De Filippo ha enfatizzato, ancora una volta, la portata salvifica del solito salvagente che verrà. Memorandum= possibilità per i giovani lucani etc etc etc. Verrà. E intanto la salvezza per i giovani lucani è sempre dietro l’angolo. Un angolo difficile da svoltare. E meno male, ancora una volta, che la crisi c’è.
L’inquilino di via Anzio fa un po’ come i Testimoni di Geova (non me ne vogliano è per necessità di metafora). Come si ottiene la salvezza per i Testimoni di Geova? Lo racconta un aneddoto: “Signori, che cosa devo fare per essere salvato? chiese un atterrito carceriere del primo secolo dopo avere assistito alla miracolosa liberazione di tutti i suoi prigionieri, fra i quali l’apostolo Paolo e il suo compagno Sila. La risposta fu: credi al Signore Gesù e sarai salvato, tu e la tua casa”. Così c’è chi annuncia la salvezza e chi altro non deve fare che credergli sulla parola. Ed è fatta. Noi miscredenti i portatori di messaggi ultraterreni spesso li liquidiamo con un “non ho tempo”. Dovremmo fare lo stesso con chi annuncia che ci salverà dallo tsunami, senza però aver ancora imparato a nuotare. E’ vero il potere salvifico di un qualcosa che verrà è pur sempre la proiezione di una speranza per quanti vivono nella disperazione. Ma intanto chi spera muore disperato mentre chi semina speranza…campa cento urne.