“Basta con la distribuzione di prebende e potere”

29 febbraio 2012 | 11:46
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“Basta con la distribuzione di prebende e potere”

“La politica lucana deve conquistare un rapporto di fiducia con i cittadini. E’ poi necessario rivedere la gestione delle risorse e modellarla sulle reali esigenze della gente”

Nato a Scherzingen , Svizzera, il 14 marzo del 1971, sposato e padre di una bimba di dieci anni. Claudio Borneo è dottore in Scienze di Riabilitazione motoria laureato presso l’Università degli Studi di Chieti “G. d’Annunzio” , svolge la libera professione.
Inizia la sua attività amministrativa in giovane età. A vent’anni è consigliere comunale di maggioranza. A 24 ricopre la carica di vice sindaco di San Chirico. E’ stato poi per tre anni all’opposizione. Nel 2006 viene eletto sindaco in una lista civica con il 67% di consensi.  Fa il bis, questa volta in una lista del Pd, ed è dunque al secondo mandato.  Borneo ha una passione smodata per la sua terra che lo ha portato a sacrificare la sua vita personale. “Sono sposato- mi dice- da sei anni con una donna che per lavoro vive in Svizzera. Mi ha appoggiato nella scelta di ritornare nella mia terra. E dunque ci vediamo, facendo i salti mortali, nei fine settimana, impegni istituzionali permettendo”. 

La politica regionale (maggioranza e opposizione) da fiducia ai cittadini o crea diffidenze?

Oggi la politica in generale deve riconquistare un rapporto di fiducia con gli elettori. Rispetto al lavoro del governo regionale e lo stesso consiglio di Basilicata ovviamente si registra una certa diffidenza da chi nel quotidiano vive momenti di criticità ma in generale mi sento di affermare che le sfide e il lavoro in atto siano positive.

Come abbatterebbe i costi della politica ammesso che lei ritenga che la politica costi troppo?

In un momento di crisi economica Europea, in cui gli italiani sono chiamati ad un grande sacrificio per ripianare il debito pubblico della nazione, anche le Regioni, Provincie e Comuni sono tenuti a fare la propria parte. In queste ore si discute di un nuovo statuto regionale e di vari tagli, la strada ovviamente che la Regione ha avviato è condivisibile ma nei fatti, ovviamente, è necessario un taglio sulla composizione del Consiglio Regionale e di un adeguamento ed una razionalizzazione di costi sulle dirigenze e figure apicali dei vari dipartimenti regionali, il taglio o accorpamento di tutti quegli enti che si occupano delle stesse competenze.

Le Aree di Programma risolveranno problemi o ne creeranno altri?

Le aree programma sono nate per risolvere i problemi e non crearli. Con la soppressione delle Comunità Montane, era necessario individuare un percorso di governance del territorio, con meno costi, leggero e che inglobasse diversi settori gestiti da più enti. Ovviamente è una sfida, avvincente che può diventare importante se i Sindaci e la Regione ne trasferiscano deleghe. La partita verrà giocata molto in relazione al futuro delle Provincie.

Nella gestione delle risorse lucane (acqua, gas, petrolio) che cosa non funziona?

Rispetto alle risorse petrolifere e del gas la Regione si è attivata con determinazione presso la Conferenza Stato-Regione affinchè le stesse possano maggiormente creare benefici al popolo lucano. Oggi tutto dipende dalla volontà del Governo nazionale se cambiare la legge 40 e sostenere il memorandum proposto dal governatore De Filippo. Con questo non mi sento neppure di accusare chi ha lavorato anni addietro agli accordi di programma con l’Eni poiché il petrolio per la Basilicata era una questione completamente oscura e sconosciuta. Oggi la Basilicata non è quella degli anni ’90, è una Basilicata che vive problematicità tipiche di tutte le regioni d’Italia ed è quindi necessario rivedere e modellare la gestione e la valorizzazione di tale risorse nell’ottica descritta. Per ciò che concerne la risorsa “acqua” oggi gli enti preposti alla gestione della stessa dopo un periodo di rodaggio, anche con qualche disservizio, ha raggiunto livelli ottimali.

Lei cambierebbe qualcosa nella gestione delle risorse?

Pur condividendo lo spirito solidale con chi spesso, oltre al popolo lucano, usufruisce di tali risorse andrebbe attivata una politica per un maggiore riconoscimento economico ed anche occupazionale per la nostre regione.

Cosa pensa della sanità in Basilicata?

Abbiamo delle eccellenze ma anche delle lacune. Le battaglie localistiche poco servono a garantire livelli di eccellenza poiché le risorse sono sempre minori. Lavorerei su poli di eccellenza investendo non solo sui due capoluoghi di provincia ma anche sui territori.

Un’idea chiave per il rilancio dello sviluppo in Basilicata

Sostenere i giovani in un percorso di alta formazione, sostenerli affinchè essi si internazionalizzino e globalizzino e dopo qualche anno tornino in Basilicata. Questo implica un doppio sforzo di risorse a sostegno di una Basilicata delle eccellenze in tutti i settori strategici e nell’assunzione di quei giovani che condividano questa sfida. Inoltre, la Basilicata deve avere il coraggio di aprirsi su diversi settori, liberalizzarsi, ed aprirsi a nuovi mercati presenti su regioni con cospicue fette di popolazione. E poi punterei tutto sui giovani. Non è dando loro un piccolo sostegno che si incentiva l’occupazione. Tenere i giovani in Basilicata con corsi pilotati non serve a niente. Servono competenza, eccellenza ed esperienza. Bisogna fare in modo che i giovani vadano a formarsi dove ci sono le competenze  e le professionalità giuste e che poi rientrino in Basilicata. In una Basilicata che però non sia pilotata da una leadership che distribuisce prebende. C’è bisogno di un miglioramento non solo della politica ma di tutta l’amministrazione pubblica. 

La cosa peggiore in Basilicata in questo momento

La sfiducia e credere che tutto sia negativo. Dobbiamo far rinascere l’orgoglio lucano che durante gli anni del Brigantaggio molti furono capaci di dimostrare.

La cosa migliore del momento in Basilicata

La presenza di una nuova classe dirigente fatta di tanti giovani sindaci, consiglieri provinciali e regionali che in una nuova ottica cercano di costruire una Basilicata migliore.

A fine mandato farà i bagagli e se ne tornerà in Svizzera a fare l’emigrante?

Dopo dieci anni vorrei continuare a mettere a disposizione della mia terra la mia esperienza amministrativa  Ma non dipende da me, dipende se il mio partito.

Come si evita la morte di un piccolo comune

Cercando di mettere a regime tutte le azioni possibili che possano sostenere piccole e medie aziende nell’occupazione di giovani. Certo oltre ad una gestione oculata di risorse, di mezzi, ecc…, del bilancio comunale.

Cosa dovrebbe fare la Regione per aiutare la comunità di San Chirico

Dovrebbe rifinanziare, con le royalties del petrolio, la seconda fase per la chiusura dei programmi dell’Amministrazione stessa.

Cosa dovrebbe fare lei, in uqalità di sindaco, che ancora non ha fatto per la sua comunità?

Recuperare altre due strutture comunali e metterle quasi a “costo zero” a sostegno di società che abbiano interesse di creare occupazioni. Tale esperimento positivo già vi è stato con risultati strabilianti poiché ha generato oltre  20 posti di lavoro e nel 2012 con il completamento della casa di riposo altri 10.

San Chirico fra vent’anni. Come sarà?

Se leggessi freddamente i dati dovrei rispondere “male”. Ma io amministro fortemente con il cuore e con la testa, quindi, lavoro con forza e decisione per cercare di combattere la negatività di quei dati. E’ una sfida… ma che senso avrebbe fare il sindaco o l’amministratore senza motivazioni forti e concrete? Tra vent’anni ci ritroveremo per capire se quella sfida sarà vinta o persa.

Lanci un messaggio agli altri sindaci del territorio

Unione, unione, unione… con lo spirito solidale tra realtà grandi e piccole. Da tutto ciò si evince quanto io creda fortemente nelle unioni e fusioni comunali.