“Mancusi, un marziano a Montecitorio”

25 gennaio 2012 | 18:15
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“Mancusi, un marziano a Montecitorio”

Un marziano si è aggirato per le stanze del Palazzo ed è stato riconosciuto, era l’ass. Mancusi che si è dovuto accreditare come rappresentante  dell’Esecutivo della Regione Basilicata con delega all’ambiente.
La  stampa, nel riportare la notizia  della audizione in commissione ambiente dell’ass. Mancusi, sembra far riferimento ad altra persona che non conosce la vicenda Fenice e non conosce la Basilicata – che sia così? Testualmente viene riportato che: ”Sul caso Fenice la Regione Basilicata ha già avviato una serie di attività finalizzate alla bonifica, al controllo e monitoraggio ambientale, ad una costante informazione dei cittadini e al loro coinvolgimento nei processi decisionali,” e poi tanti pii intendimenti. Di che sta parlando il nostro? L’ultima Conferenza dei Servizi tenutasi il 28  novembre dello scorso anno aveva come obbiettivo la mera discussione del piano di bonifica e la integrazione dell’analisi di rischio-  approvata il 31 marzo ma che abbisognava di integrazione- e siamo ancora in MISE- Messa in Sicurezza di  Emergenza-dell’area a distanza di circa tre anni da quando Arpab denunziò l’inquinamento e poi Fenice si è autodenunziata. La bonifica ed anche il modo di procedere è tutto ancora da definire. In quella conferenza dei servizi si è rinviata l’approvazione del progetto definitivo a quando si sarebbero realizzate alcune condizioni da ottemperare entro 30 giorni dal 28 novembre, ed altre ancora entro 150. Quella conferenza sospese i termini che erano quelli del 18 novembre ed ha riconosciuto altri 150 giorni. E’ solo di oggi la notizia che il comune di Melfi, come deciso da un tavolo tecnico, ha emesso ordinanza diretta a Fenice per iniziare la fase preliminare della bonifica ed i tempi sono passati da 150 giorni a 165.  Ci si augura che i prossimi monitoraggi che Arpab pubblicherà, relativi all’inquinamento delle falde acquifere, siano riferiti oltre che a quelli della originaria barriera di monitoraggio, ormai resa inutilizzabile dagli emungimenti massicci malgrado le prescrizioni dettate nella conferenza dei servizi del 31 marzo scorso, anche a quelli della nuova barriera idraulica serie 100, almeno questo. Lo scorso 23 gennaio vi è stato l’ incontro tra la commissione d’inchiesta istituita dal Consiglio regionale e le associazioni ambientaliste e della cittadinanza attiva sensibili alla vicenda Fenice. L’attenzione delle forze di  maggioranza presenti in Consiglio regionale era incentrata in altre stanze al rinnovo della giunta regionale ed alle poltrone da occupare. Presenti oltre al vice presidente Benedetto, il consigliere Straziuso ligio al mandato ricevuto dal suo capogruppo, Viti ed il consigliere Singetta. Tra le assenze- Vita e Scaglione-  spiccava quella del presidente della terza commissione permanente- Romaniello- che si occupa, suo malgrado, anche di ambiente. Fa discutere anche l’assenza di quella area neutra- non ben definita se forza di governo o di opposizione- ma che a prescindere da tutto non può essere assente da approfondimenti che riguardano temi così spinosi per la società lucana. Quella commissione d’inchiesta dovrebbe servire  anche a focalizzare molte delle problematiche ambientali regionali perché Fenice è, purtroppo, solo la punta dell’iceberg; non si può sottacere il caso Mythen, la bonifica della Materit,    della Val Basento e della piana di Tito parlando  di siti  contaminati. No! Dopo l’effetto annunzio non si va, la classe politica regionale deve cambiare registro ed acquisire maggiore coscienza  alle problematiche ambientali

Comitato Diritto alla Salute- Lavello
Città Plurale- Matera