“In Basilicata al momento la cosa peggiore è la mancanza di alternative”

30 gennaio 2012 | 12:29
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“In Basilicata al momento la cosa peggiore è la mancanza di alternative”

Michele Laurino, classe 1967. Sposato con due figlie. Di professione geometra. E’ stato eletto sindaco di Sant’Angelo le Fratte nel 2009, con una lista di centrodestra. Non nasconde la sua precedente militanza nel centrosinistra. Ammette di essere uscito dai ranghi quando ha visto che si prendeva una direzione da lui non condivisa

“In quel che faccio- dice- devo ottenere un risultato. Altrimenti mi tolgo da mezzo. Non sono uno che scalda la poltrona”. E così è stato nel 2005, quando si è fatto da parte. Ha lasciato la politica dopo aver ricoperto la carica di vice sindaco dal 2000 al 2005 in una lista di centrosinistra.

La politica regionale (maggioranza e opposizione) da fiducia ai cittadini o crea diffidenze?

La politica ha fallito. La gente è sfiduciata, anche se devo ammettere che non è facile per nessuno. Le colpe di questo fallimento della politica sono da ricercare nel passato. Oggi paghiamo le conseguenze di una politica assistenzialista. In questo momento storico dovremmo cercare di trovare gli elementi per dare fiducia ai cittadini. Si potrebbe cominciare a riequilibrare certi stipendi. Sarebbe un segnale importante.

Come abbatterebbe i costi della politica ammesso che ritenga che la politica costi molto?

Credo che nella risposta precedente sia chiaro come la penso. Ci sono i costi e bisogna abbatterli. Come? Con il buonsenso. I tagli sono necessari. Basti pensare a tutti gli enti sub regionali, all’utilizzo delle auto di servizio, alle tante, troppe segreterie. Ritengo che in una regione con così poca densità demografica non dovrebbe essere difficile dare il buon esempio. Manca però un elemento importante. La volontà.

Le Aree di Programma risolveranno i problemi o ne creeranno altri?

Sono reduce da una riunione fiume sull’Area Programma del Marmo-Melandro. La risposta immediata è che non risolvono i problemi. Sono, (le aree programma ndr) un modo per tenere in piedi strutture create in un passato che dovrebbe essere cancellato. Un passato fatto di sprechi, segnalazioni politiche, sistemazioni di questo o quell’amico. Bastava creare un passaggio diretto Comuni-Regione. Ne avrebbe risentito, e in positivo, finanche la burocrazia. E invece cambia il nome ma non la sostanza. E i Comuni si trovano a dover fronteggiare i problemi di sempre.

Nella gestione delle risorse lucane (gas, petrolio, acqua) che cosa non funziona?

Sin dalle prime perforazioni tutti pensavamo alla Basilicata come ad una piccola Svizzera. La realtà è che non abbiamo prodotto granché. Non abbiamo saputo farci rispettare. Il miraggio è svanito ma ci è rimasto l’inquinamento, e una manciata di noccioline (le royalties ndr). Nel nostro territorio ci sono percentuali altissime di malattie tumorali. Questo è un dato di fatto. Ma anche su questi dati e sulle nostre preoccupazioni non si muove nulla. Nessuna risposta dalla Regione. Si preferisce forse nascondere la testa sotto la sabbia.

Cambierebbe qualcosa nelle politiche di gestione delle risorse?

E’ chiaro che così come sono gestite creano il nulla o poco più. Smetterei di spendere soldi per piccoli sostegni assistenziali. Punterei sulle infrastrutture. Non dico nulla di nuovo se parlo di treni lenti o inesistenti e di strade mulattiere.

Cosa pensa della sanità in Basilicata

Anche qui, a mio avviso, siamo messi male. Un disastro totale. La conferma me la danno i tanti cittadini che preferiscono andare a farsi curare altrove. Se la politica non avesse invaso la sanità non saremmo a questo.  Professionalità, poche. Nelle nostre strutture sanitarie, non sempre troviamo professionisti capaci. Anche in questo caso la raccomandazione spesso la fa da padrone.

Un’idea chiave per il rilancio dello sviluppo in Basilicata

Resto dell’idea che vanno potenziate le grandi infrastrutture e valorizzati i territori. Creare le condizioni affinché chi vuole restare in Basilicata possa investire su questa terra dalle potenzialità enormi e fare altresì in modo che chi voglia venire a investire possa trovare le condizioni giuste.

La cosa peggiore del momento in Basilicata

Ci troviamo in un momento in cui i cittadini non hanno alternative.  I lucani sono orfani della politica, delle istituzioni. Bisognerebbe azzerare tutto e ripartire. Abbiamo fatto scomparire, con la politica dell’assistenzialismo, i piccoli artigiani, i mestieri. Il puntare tutto sulle proprie capacità potrebbe farci rinascere.

La cosa migliore del momento in Basilicata

La cosa migliore? Se fossimo intelligenti dovremmo sapere sfruttare tutto ciò che di buono offre questa regione. Le nostre specificità, le tradizioni, la genuinità dei nostri prodotti, i nostri luoghi. E poi dovremmo fare in modo di trattenere i giovani. La cosa migliore, dunque, è solo potenzialmente tale.

Come si evita la morte di un piccolo comune come Sant’Angelo?

C’è un unico modo: migliorare la qualità della vita. Per quel che riguarda Sant’Angelo è un comune in controtendenza per quel che riguarda lo spopolamento. Basti pensare che nel 2011 sono nati 18 bambini.


Che cosa dovrebbe fare la Regione per aiutare la Comunità di Sant’Angelo?

Sant’Angelo ha puntato sul turismo, con risultati soddisfacenti. La Regione però dovrebbe sostenere di più le iniziative che ogni anno si mettono in moto.

Che cosa dovrebbe fare lei, in qualità di sindaco, che ancora non ha fatto per la sua comunità?

Cercare di non perdere i finanziamenti in essere degli ultimi due anni e poi trovare la soluzione per creare lavoro. Sant’Angelo è il paese in cui su 40 famiglie si è abbattuta la scure della cassa integrazione ( il riferimento è ai lavoratori dell’ex Standartela ndr) e per le quali il futuro non è certo roseo. Questo è un problema.

Lanci un messaggio agli altri sindaci del territorio del Melandro

E’ un momento brutto per noi sindaci. Il peggiore da dopo il terremoto del 1980. Stiamo discutendo molto e ci siamo trovati d’accordo ad abbattere i campanili, a dialogare di più, ad associarsi. Insomma l’unione fa la forza.