Il grande Bluff. La Basilicata dei balocchi e dei petrolieri

28 gennaio 2012 | 08:04
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Il grande Bluff. La Basilicata dei balocchi e dei petrolieri

Quali sono  i veri motivi di interesse che spingono le compagnie petrolifere a trivellare  in  Basilicata? I giacimenti in coltivazione sono 24 (di cui 2 gas) . Tra questi  soltanto 6 pagano le royalties, mentre 9 producono mediamente una quantità che negli ultimi anni non ha mai superato il limite delle 20 mila tonnellate. Quindi producono senza pagare alcunché, ma guadagnando un sacco di quattrini Gli altri 8 progetti di coltivazione sono fermi. E’ evidente il danno prodotto agli altri settori economici e ai cittadini a fronte di costi quasi zero per le compagnie petrolifere. Le produzioni marginali, almeno quelle, non andrebbero autorizzate. Perchè si trivella anche dove in condizioni normali non sarebbe affatto conveniente? Agevolazioni fiscali, sgravi, norme di favore per le compagnie petrolifere, rendono l’Italia, e la Basilicata in particolare, territori succulenti per i guadagni miliardari dei petrolieri. In cambio di cosa e per quale utilità o interesse nazionale? La produzione complessiva non supera il 6% del fabbisongo italiano, sarebbe più conveniente importare quel 6% di petrolio, anziché coltivarselo in casa. E allora perché scateniamo l’inferno dentro casa per  poche gocce di oro nero? Mortificare l’agricoltura e il suo sviluppo, indebolire le potenzialità turistiche di interi territori, assistere al degrado ambientale di vaste aree, mettere continuamente a rischio la salute dei cittadini, in cambio di un guadagno esclusivo per le compagnie petrolifere, vale davvero la pena? Alla Total per il progetto di coltivazione a Tempa Rossa i cittadini italiani hanno pagato circa 300 milioni di euro. E’ normale?