Il cimitero si trasforma in galleria d’arte

11 gennaio 2012 | 16:13
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Il cimitero si trasforma in galleria d’arte
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Il cimitero si trasforma in galleria d’arte
Il cimitero si trasforma in galleria d’arte
Il cimitero si trasforma in galleria d’arte
Il cimitero si trasforma in galleria d’arte

Il senso della sua convinzione si ritrova saldamente scolpito nel sagrato della sua chiesa: tre linee bianche convergono ad incrociare il semi-cerchio su cui affaccia l’ingresso; quella centrale tagliata perpendicolarmente. Don Antonio Palo, 46enne cappellano del civico Cimitero di Potenza, potentino doc, lo spiega così: “C’è il simbolo della Santa Trinità (le tre linee convergenti) e quello della croce nel mezzo (le linee perpendicolari). Mentre il semi-cerchio, che si presume prosegua nella parte interna della chiesa, è il segno indicante il ‘ricongiungimento’ che si può ritrovare con i propri cari defunti, in questo luogo”. Anche la presenza di ciascuno di noi trova rappresentazione, forma e sostanza: là dove, facendo particolare attenzione, si nota qualche pietra bianca all’interno del disegno che impreziosisce l’ingresso della chiesa del Risorto: “questi siamo noi – spiega con entusiasmo don Antonio – che spesso veniamo qui per ritrovare l’invisibile ‘unione’ con il regno dei non-viventi”.

Un mandato, certo non facile, quello che riveste don Antonio: ordinato sacerdote nel 2003 e nominato cappellano della chiesa del Risorto del cimitero di Potenza il 19 marzo 2009, nel giorno di San Giuseppe. Una missione intensa, vissuta ogni giorno con grande dedizione e anche una punta di fierezza, tanto che don Antonio tiene ad evidenziare il rincorrersi di una simbologia affatto scontata. L’ulivo che ha voluto piantare, meno di un anno fa, su un lato della sua chiesa “è cresciuto a vista d’occhio ed è diventato bellissimo: immagina – dice con stupore – come potrà diventare con il passare del tempo, solido, imponente, vigoroso. Dà il benvenuto a chiunque si trovi a passare di qui e disegna ombre affascinanti sul muro della chiesa: a volte mi sembra di vederci una mano, un gesto di divina protezione”. Il messaggio di Pace universale su tutta la Terra è solidamente testimoniato, anche, nella piccola ceramica smaltata che don Antonio ha voluto fosse ‘cementificata’ sulla/nella facciata della chiesa, all’interno della parete stessa: “un messaggio espresso in ebraico, latino e arabo non solamente ‘apposto’, come se fosse un quadro che si può appendere e togliere a piacimento; ma solido, duraturo, inevitabile. A testimoniare che – evidenzia don Antonio – l’affermazione del Regno di Pace è un tutt’uno con la Chiesa; non se ne può fare a meno”.

Natale con chi non è più tra noi. In questo periodo dell’anno, la chiesa del Risorto si veste dei simboli, dei colori e delle luci del Natale: non manca il Presepe allestito sotto l’altare; né i regali sotto l’albero addobbato a festa. E’, infatti, abitudine diffusa tra la comunità di fedeli stretti attorno a don Antonio portare sotto quest’albero di Natale i doni per i propri cari defunti. “Credo che – spiega don Antonio – il Natale abbia ancor più senso, proprio, in questo luogo: con quest’azione rivolgiamo il nostro augurio di nuova-vita a chi non è più tra noi e, al tempo stesso, intrecciamo la nostra vita con quella di chi è nostro fratello sfortunato, sofferente e bisognoso”. I regali sono, infatti, ogni anno, in occasione dell’Epifania, donati in beneficenza. “Ma non si tratta della solita beneficenza di indumenti ed oggetti che non ci piacciono più: sono regali veri e propri – tiene a ribadire don Antonio – perché pensati per un ‘destinatario’ a cui si vuol bene, ma che non c’è più. In questo ‘scambio’ c’è, ancora una volta, l’invisibile che si ricongiunge al visibile e il loro superamento nella pienezza dell’Amore”.

Anche l’esuberanza dell’arte contemporanea incrocia la “missione” di don Antonio Palo, come potente leva per amplificare il suo messaggio e accendere i riflettori su questo luogo: e così la celebrazione del Santo Natale e l’augurio di un nuovo inizio diventano valide occasioni per organizzare eventi espositivi, tra riflessione individuale e crescita collettiva. Per il secondo anno consecutivo l’Associazione potentina Art&venti2012 è stata sollecitata a “compiere” un evento d’arte nella chiesa del Risorto. Lo scorso anno sono state esposte le opere di artisti lucani viventi e non viventi, tra affermate firme dell’arte e giovani artisti. Quest’anno, invece, sono protagoniste le giovani energie creative, risorse preziose del nostro territorio, semi che germoglieranno e daranno frutto: gli allievi dell’Istituto Statale d’Arte (classi VA e IV B) e delle sezioni di Architettura, Arredamento, Tessile del Liceo artistico e musicale, con il coordinamento dei loro docenti. “Un nuovo seme … ri-nascita” è il titolo dell’esposizione accolta all’ingresso e per tutto il perimetro della chiesa. Inaugurata giovedì 22 dicembre resterà visitabile fino al 12 gennaio. Dal disegno alla pittura, dall’assemblaggio all’installazione, dalla stampa tessile all’ebanisteria: rivelano grande rispetto per la tematica affrontata, la ri-Nascita.

Giovani talenti in mostra. Presente al momento inaugurale il Vescovo di Potenza, Monsignor Agostino Superbo che, intervenuto in apertura, ha espresso il suo vivo appezzamento per l’iniziativa sottolineando “la forza e il coraggio di quanti l’hanno determinata”. Ampio e dettagliato il commento alla mostra tratteggiato dal giornalista Rai e critico d’arte Rino Cardone che si è complimentato con gli aspiranti artisti e ha sollecitato a non far mancare ai giovani sempre nuove occasioni per esporre il proprio talento. Ali di colombe e di angeli; la croce come simbolo universale di vittoria sulla morte; neonati che vagiscono alla vita: i tratti più ricorrenti scelti dai ragazzi nei loro elaborati. Qualcuno dei ragazzi, seduti tra i banchi, si commuove a sentire chiamare il suo disegno “opera”; qualcun altro si asciuga dal viso una lacrima e trattiene l’emozione: è la prima volta che espongono in pubblico i loro lavori. Nel susseguirsi di letture e canti la scena si anima di delicate performance: la Madonna/Donna scende dall’altare e guida una fila di ragazzi con semi tra le mani; si ferma accanto al Presepe; alla fine torna alla sua “realtà” spogliandosi del velo (realizzato dalla classe di Arte del Tessuto) che viene poggiato sul ‘trono’ (l’installazione realizzata dalla classe di Ebanisteria) posto in alto, in una nicchia; una danzatrice, intanto, con i semi di grano ha già composto la parola “Pace” sul tappeto, davanti l’altare. Si toccano punte di emozione innegabile e, dopo qualche esitazione, l’applauso esplode fragoroso. E rotto il ghiaccio, ritorna convinto a più riprese.

Sull’installazione posta all’ingresso della chiesa del Risorto ha posto l’attenzione la giovane storica dell’Arte Simona Lopardo ricordando che la sezione di Architettura e Arredamento ha inteso sviluppare il modulo architettonico di Santiago Calatrava come principio ingegneristico applicato all’arte. Oltre alla vicepreside dell’Liceo Artistico Antonella Marolda e la docente Antonella Bruno, intervenute a testimoniare il grande impegno e l’interesse degli studenti in questa iniziativa, ha portato un suo saluto, anche, il Rettore dell’Università degli Studi della Basilicata Mauro Fiorentino che ha evidenziato la pluralità dei linguaggi utilizzati, ma anche la necessità di “saper far sintesi nel rispetto della sacralità dei luoghi, qualunque essi siano”. Agli studenti del Liceo Statale d’Arte e a tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione dell’evento l’artista Vito Paladino, presidente dell’Associazione Art&venti2012, ha tenuto a consegnare un attestato di partecipazione, rinviando a nuove e sempre originali iniziative, ancor più necessarie “in questo nuovo tempo”.