Concorso truffa?

2 gennaio 2012 | 12:13
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Concorso truffa?

L’Arbea (Agenzia Regionale per le Erogazioni in Agricoltura) è istituita con legge regionale nel 2001. Le principali funzioni attribuite all’Agenzia sono l’Autorizzazione, l’Esecuzione e la Contabilizzazione dei pagamenti degli aiuti derivanti dalla politica agricola della Comunità Europea. In sostanza l’ente, attraverso un lavoro istruttorio, di verifica e di controllo delle domande, autorizza i pagamenti alle aziende agricole e agli agricoltori beneficiari dei fondi agricoli comunitari. Ma con Decreto del Ministero datato 12 maggio 2010, vengono revocate all’Agenzia le funzioni di organismo pagatore. Un caso unico, in tutta Europa ed in tutti i 15 anni di storia continentale di queste Agenzie, nate col Regolamento CEE 1663/95, poi sostituito dal Regolamento CE 885/2006. Non solo, l’Arbea viene anche multata per inadempienze: 86 milioni di euro di multa, quasi 170 miliardi delle vecchie lire, relativi alle “non conformità” per gli anni 2007, 2008 e 2009. Di questo ci siamo già occupati sul nostro giornale ( n.11 in edicola il 5 novembre 2011).

Questa volta siamo andati a vedere le carte di uno strano concorso
Parliamo di un concorso per 15 tecnici di categoria C bandito da Arbea (http://alturl.com/ngqga, http://alturl.com/tch8r)  nel 2009 subito dopo l’affidamento diretto a titolo oneroso sopra soglia comunitaria di funzioni alla Sin S.r.l. (vedi “Basilicata 24 – Il Giornale d’inchiesta” n. 11). L’obiettivo era, ovviamente, quello di arrivare alle elezioni regionali del 2010 con uno “strumento di consenso”. Nelle premesse del decreto Arbea n. 86 del 14 aprile 2009, ovviamente a firma del solito Di Mauro, leggiamo che  il concorso è bandito “nelle more […] di verificare la possibilità di assegnazione di personale collocato in disponibilità ai sensi degli articoli 33, 34 e 34 bis del Decreto legislativo 165/2001”, “riservandosi di annullare, revocare o modificare, in tutto o in parte, la procedura in caso di esito negativo del controllo ex art. 17 L.R. 11/06 ovvero in caso di assegnazione, da parte delle strutture indicate dall’art. 34 bis del D.Lgs. n. 165/2001, di personale collocato in disponibilità di livello e qualificazione pari a quello dei posti messi a concorso”.
Perché mai dare spazio a chi ha diritto per Legge, quando “nel periodo opportuno” si può girare casa per casa promettendo “la soluzione” ai problemi lavorativi del giovane di turno? Al solito, erano state mortificate le professionalità interne, ed artificiosamente sventrata la struttura (dis)organizzativa, per poter pietire “abbiamo bisogno di mezzi e gente”. Tanto risulta anche dal Decreto del direttore dell’Arbea n. 24/2008, di cui vi abbiamo già parlato (vedi “Basilicata 24” n. 18), e dal Decreto del Direttore dell’Arbea n. 55 del 27.06.2008.

Arbea e Tempor s.rl.
Il concorso sarebbe servito anche un Di Mauro in difficoltà, che si era “incartato” con troppe promesse: per anni l’Arbea aveva attinto al serbatoio del precariato tramite la Tempor S.r.l. (nello specchietto in calce l’elenco dei decreti relativi ai pagamenti alla stessa). E’ da notare, però, che gran parte del rapporto con la Tempor era gestito mediante privata corrispondenza, che ovviamente sfugge all’obbligo di pubblicità. Non è certo un caso se ritroviamo molti dei precari Tempor che avevano lavorato in Arbea, nell’elenco dei 41 ammessi all’orale.
Sul treno del concorso  salgono anche i “tecnici” assunti arbitrariamente dalla società privata Sin S.r.l., alla quale era stato fatto un affidamento diretto sopra soglia comunitaria (900mila euro circa; vedi “Basilicata 24” n. 11). Fin qui siamo nell’ordinarietà della pubblica amministrazione lucana: giovani che “vivacchiano” per anni nel precariato, dei “chiamati dalla politica” approfittando della totale arbitrarietà nominativa dei “Co.co.pro.” e degli “esperti” che aspettano l’”occasione”, il concorso che li “sistemi”.

L’Arbea non può assumere, quindi a che serve il concorso?
Con Decreto Arbea n. 182 del 18 settembre 2009 era stata addirittura nominata la commissione di concorso. Evidentemente  il concorso era nato con l’obiettivo di avere una “carta di scambio” per le elezioni regionali del 2010: non è certo un caso se l’assessore all’Agricoltura dell’epoca, Vincenzo Viti, proprio in quel periodo blocca l’esecuzione delle procedure concorsuali. Perlomeno, si è evitato di alimentare illusioni come sta accadendo, a titolo di esempio, con il concorso per 78 posti in Regione (un progetto di ampio respiro: elezioni regionali del 2010, ed amministrative del 2013).
Dalla Deliberazione di Giunta regionale n. 233 del 9 febbraio 2010, la ben nota (e mai attuata) “Relazione della Commissione di Vigilanza su Arbea”, sembra arrivare la tegola finale: in virtù di un disposto della Legge 133/2008 (tutt’oggi in vigore), l’Arbea non poteva (e non può) assumere. Perché? Perché registra un rapporto fra spese per il personale e spese generali di funzionamento superiore al 50%. A voler essere precisi, oggi quel rapporto supera il 70%. Ma gli “strumenti di consenso”, si sa, nell’arcipelago regionale e sub (molto sub) regionale lucano, sono l’unica cosa che permette di campare.

Intanto arriva il nuovo direttore
Il concorso vegeta per mesi: Di Mauro viene mandato a casa (pardon… “pensionamento per sopraggiunti limiti di età”). Si consuma il breve interregno del dirigente Pennacchio, prima che subentri “l’uomo per tutte le stagioni” della politica lucana di questi ultimi anni: Andrea Freschi.
“L’Uomo Che Non Sapeva Nulla Di Fenice”, il protagonista (da ex direttore del Dipartimento Agricoltura) di tante inchieste sul “Por”, il mentore dei “bandi speciali” che hanno portato alla vicenda della Valves  HiTech S.r.l., viene dapprima nominato “commissario” di un “ente” che avrebbe bisogno dell’attenzione di ben altri commissariati, e poi ne assume le funzioni di direttore.
Al ben remunerato incarico di direttore dell’Arbea a Freschi non sarebbe estraneo, il pactum a tre fra Regione, Arbea ed Agea siglato con la D.G.R. n. 1732/2010, quella nella quale il “Direttore di Arbea” Andrea Freschi viene delegato alla firma, mentre in Consiglio ferve ancora la discussione per le nomine che arriveranno solo qualche giorno dopo! Il “city manager” che proprio non può tornare nella Campania dove zio Bassolino ha dovuto cedere una Regione al centrodestra fa sua la storica strategia di Di Mauro: datemi una poltrona, mi prendo le vostre rogne.
Il cimitero degli elefanti nato nel 2001 per dare una “carica” ad un Di Mauro ridotto a funzionario semplice dopo la condanna in primo grado del 1999, diventa l’ultima spiaggia anche per Andrea Freschi. Ben deciso a mantenere un’indennità da 180 mila euro all’anno, sia pure in un posto oggetto di ispezioni e sequestri di polizia giudiziaria un giorno sì e l’altro pure, in attesa di “tempi migliori”.
Nell’ottica del “consolidamento della poltrona”, cosa c’è di meglio di un concorso per 15 posti, in una regione affamata di lavoro come la Basilicata? E però, come “metterci le mani”, viste le premesse create da Di Mauro?
L’occasione arriva a dicembre 2010, con la contemporanea fuga di tutti e tre i dirigenti di Arbea in Regione: una vicenda che, da sola, spiega perché in quel posto non ci vuole stare nessuno, se non in cambio di un’indennità succulenta.
Arbea servirebbe a lavorare le “istruttorie” di pratiche che il Dipartimento Agricoltura non vuole nemmeno sfiorare.  Questo renderebbe tutto lecito per un Andrea Freschi che potrà persino procedere alla “nomina” (illegittima) delle medesime “posizioni organizzative complesse” che avrebbero causato insieme a Di Mauro la multa da 86 milioni di euro.
Praticamente il primo atto del neodirettore Freschi è quello di autoproclamarsi “monarca assoluto” di Arbea, avocando a sé tutte le funzioni dirigenziali fuggite in Regione, con proprio Decreto n. 2/2011. A leggere gli atti, si ha l’impressione che i fuggitivi erano l’ultimo baluardo della legalità, in un  posto dove si dispone il pagamento sempre e comunque, a “imprenditori agricoli” che di mestiere fanno l’avvocato, l’insegnante, il commerciante di componenti elettronici… o l’assessore, il consigliere ed il presidente del Consiglio. Tutto legittimo, per carità, ma sicuramente inopportuno se non moralmente condannabile.

Come per magia riparte il concorso
Uno dei dirigenti Arbea trasferiti in Regione era anche componente della Commissione, del “concorso per 15 tecnici”. Dal Decreto Arbea n. 68 del 18.04.2011 (stavolta a firma di Andrea Freschi), apprendiamo che, contestualmente al trasferimento, il dirigente aveva dato le dimissioni. Le ragioni delle dimissioni il dirigente le aveva esposte con una nota (prot. N. 1627 del 12 aprile 2011) appena quattro giorni prima di essere trasferito. Quel dirigente osava parlare troppo? Chissà, ma sarebbe interessante leggere quella nota di dimissioni.
Et voilà immediatamente riparte, il “concorso per 15 tecnici”. Pronto ad essere “giocato” sul tavolo da poker delle poltrone regionali tutte le volte che sarà necessario trovare un nuovo motivo di sopravvivenza, per il cimitero degli elefanti.
In Basilicata, si sa, se hai “qualcuno” che ti copre le spalle (purché tu metta una firma per assumerti la responsabilità delle pratiche che pagherà materialmente Agea, e che serviranno a mantenere le poltrone dipartimentali, e a mantenere in vita la sempre agonizzante, ma mai defunta, Arbea), il rispetto della legge è cosa marginale.
Storia di ordinario clientelismo
In questa storia di ordinario clientelismo, trovano posto anche le situazioni personali.  Nel pool dei 41 ammessi all’orale, troviamo Riccardo Pierri ed Isabella Abate.  Il primo, figlio di un ben noto esponente della sezione socialista di Tramutola (poi sezione “Rinnovamento”, poi sezione “Riformisti”, poi non si sa cosa), addirittura vicino di casa di Gabriele Di Mauro. La seconda, moliternese di più nobili posizioni politiche, “protetta” dell’ex sindaco (oggi Consigliere Provinciale ripescato per dimissioni altrui) Angela Latorraca. Abate, già impiegata presso il Centro di Educazione Ambientale di Viggiano e presso il Gal Akiris (del quale la consigliera Latorraca è rappresentante legale).
Due ragazzi che potremmo definire “fortunati”: sempre impiegati presso la sede Arbea di Tramutola (“casualmente”, nel paese d’adozione del foggiano Di Mauro), e poi a Villa d’Agri (in una sede affittata a titolo oneroso, in periodo preelettorale, da nota famiglia tramutolese). Dapprima come “interinali” con la Tempor s.r.l., poi come “tecnici” per la Sin S.r.l. E’ un caso, se più volte i loro nomi vengono citati nelle intercettazioni dell’”inchiesta Woodcock 2007” sul biologico, imperniata proprio sulle pratiche custodite nelle segrete stanze della sperduta sede di Villa d’Agri?
E’ così ritroviamo, nella Commissione del “concorso per 15 tecnici” in Arbea, la “dottoressa” Maria Domenica Giorgio Marrano. La quale conosce bene i due “bravi ragazzi”. Un regalo ai giovanotti? Chissà.
La dottoressa Giorgio Marrano è figlia di altro noto “capo sezione” legato a filo doppio con il socialista Di Mauro (lo ritroviamo, non a caso, candidato nella raffazzonata lista “Insieme per Tramutola” messa insieme nel 2011 da Di Mauro medesimo). Viene nominata “responsabile” (con conseguente congrua indennità) della sede Arbea di Tramutola all’età di  trent’anni, nel settembre del 2007, quando l’”inchiesta Woodcock” sulle pratiche tramutolesi  è all’apice. Sarebbe evidentemente, un momento in cui la “fedeltà” conta più di ogni altra cosa. Forse più delle capacità tecniche della Giorgio Marrano, così ben elencate nella Sentenza del Tar n. 598/2011 (una delle tante sentenze di condanna dell’operato di Arbea).  Altra componente della Commissione di concorso è Cinzia Claps, la solita affezionata segretaria di Gabriele Di Mauro.

Un concorso truffa?
Insomma, il “concorso per 15 tecnici” errabonda per i prati delle promesse. Nei fatti atti non ha motivo di esistere. Non serve, l’Arbea non può assumere. Nella pratica viene strombazzato sul sito “istituzionale” dell’ Agenzia, la Commissione di concorso continua a svolgere le proprie remunerate funzioni (con soldi già impegnati, vedi determinazione dirigenziale Arbea n. 3 del 23.12.2011) e sforna  un “elenco di ammessi” dopo l’altro. A metà gennaio 2012 qualcuno ipotizza ci sarà la prova orale.
Non si dovrebbe arrivare alle assunzioni, per ovvi motivi, ma, si sa, si possono sempre aggiustare le carte e fare apparire il concorso come una grave necessità di un’Agenzia che, al contrario,  dovrebbe essere abolita.
In fondo, l’Arbea, dopo aver salvato le tante professionalità che (forzatamente) ci vegetano giorno dopo giorno, e permanendovi solo chi non ha più niente da chiedere alla vita se non una “posizione organizzativa complessa”, la si potrebbe anche mantenere in vita. Pagandola però, come sempre, con i soldi dei cittadini.
AUGURI.

Elenco Decreti di pagamento alla Tempor S.r.l.
Decreto ARBEA n. 68 dello 08.08.2005
Decreto ARBEA n. 108 del 10.11.2005
Decreto ARBEA n. 17 del 23.02.2007
Decreto ARBEA n. 105 del 30.08.2007
Decreto ARBEA n. 129 del 27.09.2007
Decreto ARBEA n. 132 del 26.11.2008
Decreto ARBEA n. 14 del 30.01.2009
Decreto ARBEA n. 20 dello 05.02.2009
Decreto ARBEA n. 48 dello 05.03.2009
Decreto ARBEA n. 74 del 27.03.2009
Decreto ARBEA n. 94 del 23.04.2009
Decreto ARBEA n. 95 del 23.04.2009
Decreto ARBEA n. 131 dello 03.06.2009
Decreto ARBEA n. 158 del 31.07.2009