30 poltrone servono alla democraziaParola di Vincenzo Folino

5 gennaio 2012 | 22:13
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30 poltrone servono alla democraziaParola di Vincenzo Folino

«È un errore ridurre i consiglieri regionali della Basilicata da 30 a 20, perché diminuirebbero gli spazi di partecipazione e democrazia delle aree più periferiche della regione»: lo ha detto il Presidente del Consiglio regionale lucano, Vincenzo Folino (Pd), stamani, a Potenza, nel tradizionale incontro di inizio anno con i giornalisti. Folino ha proposto che le Regioni decidano insieme «parametri e criteri che valgano per tutti, cancellando l’eccesso di privilegi». Intanto sarebbe opportuno, per garantire gli spazi di partecipazione e di democrazia, modificare magari qualche regola elettorale. Ma questo è niente. Secondo la teoria dell’uomo di Pietrapertosa, democrazia e partecipazione equivalgono alla possibilità, per le aree periferiche, di eleggere un rappresentante in Consiglio regionale. Teoria inconsistente che fa leva su una visione partitica della democrazia. Proprio perché fondata sulla visione partitica la sua teoria non ha consistenza democratica. Per molte ragioni. Vediamone alcune. Innanzitutto è praticamente impossibile che un candidato venga eletto in un’area periferica se non con il consenso e l’appoggio dei feudatari potentini o materani. In secondo luogo, gli spazi di democrazia e partecipazione dovrebbero allargarsi quando, per esempio, si discute il nuovo Statuto regionale. Ormai, dai tempi in cui Agatino Mancusi, attuale assessore all’Ambiente, era presidente della Commissione statuto, la partecipazione ha assunto il significato di “presenza fisica in sala”. La cultura della delega, spacciata per democrazia della rappresentanza, appartiene a chi detiene il potere da decenni. L’inamovibilità del consenso è garantito dal controllo sugli spazi della democrazia e della partecipazione. La questione, dunque, non è nel legame elettori-consiglieri regionali, come crede Folino nei limiti della sua visione, piuttosto è nel legame cittadini-istituzioni. Ed è su questa direttrice che si frappongono, con funzione di disturbo, gli interessi degli azionisti dei partiti.  In questa Regione, caro Folino, mancano gli spazi della partecipazione, perché mancano i luoghi veri del confronto collettivo. E non bastano, per esempio, le conferenze programmatiche alle quali si presentano, quando va bene, cinquanta persone, al lordo dei sindaci, dei consiglieri comunali, dei segretari di sezione. Per cui a conti fatti sono seduti in sala, al netto, i soliti 12 pensionati. No. I luoghi del confronto e della partecipazione si sono dilatati, magari anche frammentati, diffusi, confusi. E questo per causa di una politica miope, ingorda, deviata. Se siete capaci, mettete in campo investimenti nel capitale sociale della partecipazione. Questo significa volontà di mettere sul tavolo sociale della cittadinanza le questioni vere della Basilicata. Senza nascondersi dietro la vecchia burocratica visione della rappresentanza che non rappresenta più niente. Smettiamola di confondere apparenza e rappresentanza. Smettiamola di confondere le sigle, dietro le quali pavoneggiano una manciata di tecnocrati delle organizzazioni cosiddette di rappresentanza, con gli interessi veri dei cittadini. La questione, dunque, è tutta sul terreno della cittadinanza e non della rappresentanza, E’ tutta sul terreno del confronto e non del voto elettorale. Inaccettabile dunque, la preoccupazione del presidente del Consiglio regionale. Al contrario è preferibile una riduzione del numero dei consiglieri regionali e un incremento della qualità della politica e delle istituzioni. Meno spesa, più resa. E’ questo che vogliono i cittadini. Il tuo Consiglio regionale, caro Folino, costa troppo e rende poco. L’eccesso dei privilegi di cui lei parla, è avere consiglieri inutili, costi inutili, inutili tiritere che chiamate “confronto democratico”. Meglio 20 consiglieri di qualità, che 30 inservibili e costosi.