Via libera allo stoccaggio del gas in Val Basento

28 dicembre 2011 | 23:35
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Via libera allo stoccaggio del gas in Val Basento

Il progetto della società italo-russa Geogastock, che ha ottenuto l’ok (l’intesa, in termine tecnico) dalla Regione Basilicata, si articola su due concessioni, il Campo di Grottole Ferrandina e il Campo di Pisticci. L’intesa è definitiva solo per il primo mentre per il secondo prevede ulteriori valutazioni. Si tratta in entrambi i casi di siti naturali dai quali si era provveduto all’estrazione del gas. In particolare, il Campo di Grottole-Ferrandina risale al 1958 ed entrò in produzione nel 1962. in totale sono stati perforati 68 pozzi ma quelli che saranno utilizzati per la produzione e lo stoccaggio sono in totale 14. Per il campo di Grottole-Ferrandina, infatti, il livello considerato idoneo per lo stoccaggio di gas è un livello costituito da depositi di età pleistocenica, da considerare una trappola di tipo stratigrafico strutturale, con una tavola d’acqua individuata a – 656 metri sul livello del mare. Lo stesso livello fu utilizzato come stoccaggio da parte di Eni nel periodo 1977-1985. In seguito, per ragioni di strategia aziendale, il giacimento fu nuovamente destinato alla produzione primaria di gas.

Sulla questione è intervenuta la Ola (Organizzazione Lucana Ambientalista)” Inascoltate ed irrisolte restano le più volte sollecitate questioni ambientali in Val Basento e nell’area dello stoccaggio nelle concessioni Cugno Le Macine e Serra Pizzuta ancora affidate ad ENI: dalle bonifiche inattuate in Val Basento a quelle delle aree pozzo, all’assenza del piano di qualità dell’aria, dalla contemporanea coesistenza dello stoccaggio con le mega centrali energetiche autorizzate in Val Basento a Salandra, proprio nelle immediate vicinanze della centrale di compressione della Geogastock, ed a Pisticci (in totale ben 1200 MW), all’assenza delle condotte di scarico dei reflui della centrale di compressione e quelle delle mega centrali energetiche (approvate con l’assenza-assenso della Regione Basilicata ai tavoli politici romani ma non a quelli tecnici) con le gravi problematiche dell’inquinamento, passate e recenti, relative al Sito di Importanza Nazionale della Val Basento. Un mix esplosivo – continuano gli ambientalisti –che non è esagerato affermare ad alto potenziale di impatto ambientale e sociale che trasforma la Val Basento e la Basilicata non soltanto in una servitù energetica ma pone ipoteche pesantissime sul futuro della regione, asservita totalmente ai grandi interessi energetici. Una fretta, quella di Via Anzio, che segue un periodo di calma apparente che mostra incapacità e denota un avventurismo politico su scelte imposte a territori e comunità”.

La società Geogastock è ala 50% della russa Gazprom in compagnia dell’italiana Eni al 20%, la francese  Edf (quelli di Fenice) e la tedesca Wintershall al 30%.