Shankaracharya, un capo induista, dice: “Siediti sul bordo del mare e prendi una goccia d’acqua con un filo d’erba. Se avrai pazienza sufficiente e se troverai, vicino a te, un posto dove mettere l’acqua, col tempo riuscirai a svuotare l’oceano di tutto il suo contenuto”.
Metafora agghiacciante considerando i ritmi di vita odierna!
Che cos’è la pazienza?Innanzitutto è necessario sottolineare come sia un concetto un po’ più vasto di quanto crediamo abitualmente. Invade molta parte del vivere e si riferisce alla capacità dell’essere umano di posticipare la reazione alle avversità e avere nei confronti delle stesse un atteggiamento neutro; rappresenta un’espressione interiore propria di chi accetta il dolore, le difficoltà e all’estremo perfino la morte, con animo sereno e con tranquillità, controllando la propria emotività più esplosiva.
Quante volte abbiamo detto a noi stessi: “Devo essere più paziente”. La maggior parte in risposta a emozioni come rabbia e odio! Ma non solo in questi casi. Molte volte, a causa della freneticità della nostra vita, sembra si abbia soltanto un attimo per respirare prima di ripartire velocemente. Tuttavia, la pazienza esige tempo! Ora, se quest’ultimo non esistesse, ci sarebbe la sensazione d’impazienza? È l’aspettativa che le cose si verifichino in un certo schema temporale e in un certo modo che ci rende impazienti. Se non ci aspettiamo niente, niente ci spingerà all’impazienza.
Pazienza è una virtù auspicabile soprattutto oggi, quando patologie sempre più rare e frequenti ci colpiscono e ci fanno star male, mettendo in pericolo la nostra vita. D’altronde secondo wikipedia il termine ha origine dal latino volgare patire(dolore corporale e spirituale) e, curiosamente, ha la stessa etimologia della parola passione. Non dobbiamo scoraggiarci per le difficoltà che, inizialmente, incontreremo nel praticare la pazienza. Tanto più prendiamo familiarità col sopportare cose non proprio piacevoli, tanto più la forza della nostra pazienza si accrescerà. Lo diceva Jean-Jacques Rousseau “La pazienza è amara, ma il suo frutto è dolce”. Per poterla attuare è necessario, però, conoscerne anche gli effetti positivi, i suoi benefici.
Quando, a volte con difficoltà, “pratico” la pazienza la mia mente rimane libera da grandi confusioni e la mia attitudine pacifica agisce su me e sulle persone attorno a me rendendole più tranquille e serene. Ne sono testimoni i miei collaboratori.
E voi che genere di pazienza sperimentate o vorreste sperimentare nella vita di tutti i giorni? In che ambito? Come la esercitate?