Risarcimenti milionari per terreni demaniali

12 dicembre 2011 | 13:50
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Risarcimenti milionari per terreni demaniali
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Risarcimenti milionari per terreni demaniali
Risarcimenti milionari per terreni demaniali
Risarcimenti milionari per terreni demaniali
Risarcimenti milionari per terreni demaniali

Quale “azione risarcitoria” si è riservata di perseguire l’Alsia (Agenzia lucana per lo sviluppo e l’Innovazione in Agricoltura) nei confronti della società Ittica Vald’Agri, per quei “29 ettari di terreno” di proprietà pubblica ma rientrati “senza titolo” nella planimetria del villaggio turistico ‘Marinagri’?

Di seguito un estratto dell’inchiesta pubblicata su Basilicata24 in edicola da sabato 10 dicembre

Del contenzioso ormai si è persa ogni traccia. Ma la questione viene sollevata nel settembre 2007, con un interrogazione scritta al presidente De Filippo, dall’allora consigliera regionale Emilia Simonetti. “I 29 ettari di terreno” sono quelli rilasciati dal fiume Agri molto probabilmente a seguito dell’alluvione del ’59, ma sicuramente, come mostrano delle foto aeree scattate dall’Istituto Militare e di cui la stessa Alsia è in possesso, in un periodo compreso tra gli anni ’50 e il 1972. Aspetto, questo, centrale, per capire perché quei terreni sono pubblici e non privati.

I terreni acquisiti dall’Ittica Val d’Agri e l’inscatolamento di pesce “mai partito”
Nel novembre del 1973 un decreto firmato dal prefetto di Matera espropria all’Ente di Irrigazione di Puglia e Basilicata (le cui proprietà sono oggi appannaggio dell’Alsia) 151 ettari, decretandone l’occupazione “d’urgenza” da parte dell’Ittica Val d’Agri. Alla società facevano capo alcuni soci tra cui VincenzoVitale. Su quei terreni avrebbe poi trovato le sue fortune il villaggio turistico Marinagri. A quei tempi, invece, la Ittica Val d’Agri avrebbe dovuto creare una società di inscatolamento di pesce. Non risulta, però, come fa notare il blogger Ottavio Frammartino, “che sia stato inscatolato un solo grammo di pesce”. Ma questo è solo un dettaglio della vicenda.

Ettari già emersi dal fiume prima del ’73: questione centrale
 Ritorniamo ai terreni riemersi dall’alveo del fiume in seguito allo spostamento del letto fluviale e oggi asserviti a Marinagri. I famosi 29 ettari. La Ittica Val d’Agri li accatasta, in quanto “rilasciati dal fiume” solo nel 1976. In base ad una documentazione fotografica dell’Istituto Militare, però, emerge che i terreni erano già emersi prima dell’acquisizione della proprietà da parte del privato e prima del decreto prefettizio  (1973)  che consentiva “l’occupazione” dei 151 ettari. Il letto del fiume, ridisegnando i confini, si era spostato, come mostrano alcune foto dello stesso Istituto, prima del 1972. Aspetto, questo, che restituisce i terreni, di fatto, al demanio. E lo sa anche l’Alsia, che ne ricostruisce i passaggi chiave in una relazione tecnica datata 2 gennaio 2009.

L’Alsia, le verifiche e la delibera del maggio 2009:  “Azione risarcitoria”
L’Alsia, che ha ereditato il diritto alla proprietà di quegli ettari dall’ex Ente per l’Irrigazione, poi Esab, dopo l’interrogazione consiliare della Simonetti avvia le sue verifiche. Siamo alla fine del 2007. Attinge un parere tecnico dall’avvocato Garofalo, dell’Università degli Studi di Bari. E’ quanto emerge in una delibera dell’Agenzia del maggio 2009. Nel documento si sottolinea: “A seguito del parere si rende necessario affidare un incarico finalizzato alla proposizione di un’azione civile e risarcitoria che tuteli il patrimonio dell’Alsia”.

Ottobre 2008: l’Alsia insiste
Il 22 ottobre 2009 il commissario straordinario Paolo Galante, con una delibera affida all’avvocato Zaccagnino, di Potenza, l’incarico di “promuovere azione giudiziaria nei confronti di ‘Ittica Val d’Agri, Marinagri Spa”’e delle altre società collegate. L’obiettivo, si legge a chiare lettere, è “la retrocessione dei terreni di proprietà dell’Agenzia detenuti senza titolo”. “Qualora i terreni dovessero risultare non restituibili – è scritto nella delibera – si chiede di condannare le suddette società al risarcimento dei danni, in favore dell’Agenzia, nella misura che sarà accertata in corso di causa”.

Due anni di buio
A due anni da quella delibera, però, non emergono azioni penali intentate dall’Alsia. Al commissario Galante è subentrato Romaniello, nominato all’indomani delle regionali 2010. E il suo  mandato è in scadenza. Ma del contenzioso non c’è traccia. A quanto ammontava il valore di quei terreni presumibilmente “occupati senza titolo” da Ittica Val d’Agri e che rientrano oggi nella planimetria del villaggio Marinagri?

“Quei terreni valgono almeno 15 milioni. Intervenga De Filippo”
“Quei terreni valgono almeno15 milioni di euro ”, sostiene Ottavio Frammartino, oggi blogger e ieri segretario provinciale di Matera di Rifondazione Comunista. “E di questi tempi – aggiunge – in cui non si sa che fine faranno i precari dell’Alsia, una cifra simile per loro sarebbe una boccata di ossigeno”. Ma non solo per loro, ovviamente. Ci sarebbero mille modi per impiegarli. “Si tratta pur sempre di terreni di proprietà della Regione, quindi pubblici”, fa notare Frammartino. Che lancia un invito proprio ai vertici della Giunta lucana. “In un momento in cui l’Italia e Monti ci chiedono sacrifici, sarebbe opportuno che intervenisse direttamente De Filippo, in sostituzione dell’Ente, riprendendo un bene pubblico, gli ettari asserviti senza titolo a Marinagri, per destinarli alla collettività”.