Quella retorica sui dirigenti regionali

4 dicembre 2011 | 15:39
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Quella retorica sui dirigenti regionali

Ci risiamo. Quando la politica non sa che fare, prova a dire qualcosa. E parla, parla oltre ogni limite, fino a costruire dimensioni retoriche lunghe, in grado di occupare per qualche giorno le pagine dei soliti giornali. In questi giorni siamo alla riproposizione della solita retorica sui dirigenti regionali. La querelle è sempre la stessa: esterni sì, esterni no.

In curva nord abbiamo i sostenitori degli interni, in curva sud strombazzano i tifosi degli esterni. Gli argomenti retorici, a sostegno degli uni o degli altri, più in voga sulle colonne dei giornali sono sempre gli stessi. Con gli esterni c’è sempre il rischio della lottizzazione dei partiti. Con gli esterni si mortificano le professionalità interne. Gli esterni sono un costo aggiuntivo. Bene, cerchiamo di scendere dalle nuvole artificiali e diciamo qualcosa di più interessante. Questi finti ingenui della politica che ogni tanto salgono sul carro dei difensori del “povero mortificato personale interno” dovrebbero sapere alcune cose.

Un sacco di gente che adesso siede alla scrivania dell’ufficio pinco pallo, regolarmente assunta, è figlia della lottizzazione dei partiti. E’ figlia del sistema clientelare. Un sacco di gente che occupa posizioni organizzative, posizioni di alta qualifica, posizioni di dirigente, è figlia dei voleri di quel politico o di quell’altro. E’ noto che finanche i dirigenti interni sono nominati dalla politica. Dunque, che cos’è questo strano argomento per cui con la chiusura agli esterni si eviterebbe la lottizzazione? Il fronte della curva nord è ampio e forte. Gli interni sono iscritti al sindacato, gli esterni vattelappesca. Gli interni sono qui, oggi e per sempre, gli esterni vattelapesca.

Ma il vero nodo non è questo. La questione vera che mai emerge e che si nasconde dietro la retorica delle curve dei sostenitori, è un’altra. La professionalità, la capacità, la competenza del personale della pubblica amministrazione, dalla Regione ai Comuni, siano interni siano esterni. Vogliamo ricordare quando in una notte d’estate, prima delle elezioni, qualche anno fa, al Comune di Potenza sono stati nominati di botto diciotto dirigenti, tutti rigorosamente interni? Chiudiamo la parentesi. Il problema vero, quindi, è quanto e come funzionano queste professionalità. Dichiarare che sono qualificate e capaci a prescindere, semplicemente perché sono interne o perché sono esterne, semplicemente perché sono iscritte al sindacato, o semplicemente perché alle elezioni possono determinare qualche voto di parte, non sembra molto intelligente. I percorsi di carriera sono una cosa seria che non bisogna affidare alle suggestioni dei politici e alle moine dei diretti interessati, né alle procedure e ai meccanismi automatici contrattuali.

La carriera nella pubblica amministrazione ha a che fare con i problemi reali dei cittadini e delle imprese. Senza nulla togliere ai dirigenti che lavorano bene e che si comportano da veri servitori dei cittadini, che per fortuna esistono ovunque, è necessario rivedere altre situazioni che hanno incancrenito il sistema burocratico regionale. Sempre più fragile, che produce incertezze in chi chiede risposte, che si nasconde dietro le declaratorie e nei mansionari, che scarica sempre sulla porta accanto la soluzione di un problema. E’ una burocrazia che costa perché non risolve i problemi, ma li moltiplica continuamente. Si pensi allora a sistemi di selezione più seri, sottratti al famelico vortice del consenso elettorale. Si pensi a procedure di carriera più severe, a forme di aggiornamento continuo che non siano la gita a Roma o a Bruxelles. Si pensi a sistemi di valutazione del merito e dei risultati meno ridicoli di quelli adottati oggi. Fioccano ogni anno retribuzioni di risultato, centinaia di migliaia di euro, sulla base di obiettivi ridicoli, come quello di organizzare 6 riunioni nell’anno. Signori, per favore, interni o esterni, che ci sia la professionalità, la serietà, la competenza, le capacità di cui abbiamo bisogno. Discutete del pane, e lasciata da parte per il momento il companatico. E smettetela con la retorica.

michelefinizio@basilicata24.it