L’ultimo saluto alle vittime di Genzano

29 dicembre 2011 | 15:59
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L’ultimo saluto alle vittime di Genzano
L’ultimo saluto alle vittime di Genzano
L’ultimo saluto alle vittime di Genzano
L’ultimo saluto alle vittime di Genzano
L’ultimo saluto alle vittime di Genzano
L’ultimo saluto alle vittime di Genzano

I familiari delle vittime alla famiglia dell’omicida: “non abbiate paura di noi. Siamo gente per bene”. Mons. Ricchiuti all’assassino: “pentiti”

Serrande abbassate. Silenzio. Migliaia stamane le persone disposte lungo Corso Vittorio Emanuele in attesa dei funerali di Maria Antonietta di Palma, di 55 anni, e dei suoi due figli Matteo e Maria Donata Menchise, rispettivamente di 27 e 30 anni uccisi brutalmente a Genzano di Lucania nel tardo pomeriggio del 24 dicembre scorso sotto i colpi di fucile del pensionato 77enne Ettore Bruscella.

Genzano è una comunità ancora scossa dal tragico evento e il turbamento lo si legge sui visi commossi della gente del posto. Alle 10 un lungo applauso ha accompagnato l’uscita dei 3 feretri dalla camera ardente allestita nella chiesa del Sacro Cuore. Ad attenderli, sul sagrato della chiesa di Maria SS. delle Grazie, monsignor Giovanni Ricchiuti che ha celebrato i funerali delle vittime.

“L’omicida chieda perdono”.

In prima fila Luigi, professore di filosofia in un istituto secondario del milanese, il figlio maggiore di Leonardo e Ninetta. A lui e al padre Leonardo, ancora ricoverato all’ospedale San Carlo di Potenza, il vescovo esprime la sua solidarietà e la sua vicinanza per “la morte improvvisa e violenta” dei loro più stretti familiari nella vigilia del Santo Natale. Nell’omelia, che è stata seguita anche all’esterno grazie ad un adeguato impianto di amplificazione posizionato dinanzi la chiesa, mons. Ricchiuti ha auspicato che la coscienza dell’omicida lo induca a “pentirsi subito e a chiedere perdono”. Ha poi rivolto un appello a rafforzare le nostre relazioni: “facciamo si che non ci dividiamo gli uni dagli altri, i conflitti superiamoli con il dialogo, con la persuasione che ci fa evitare gesti inconsulti e di drammatiche conseguenze. Cerchiamo di essere uomini veri. Speriamo che non accadano mai più queste cose. Speriamo che nessuno mai, per nessuno motivo, si faccia giustizia da sé.”

“Genzano non dimenticherà”.

“La tragedia è stata vissuta e condivisa da tutta Genzano ma anche da tutta la regione”. A fatica trattiene la commozione anche il primo cittadino di Genzano Pasquale Vertulli intervenuto durante la celebrazione del rito funebre. “La partecipazione composta e commossa di migliaia persone non deriva solo da umana pietà per tre vite ancora giovani. La partecipazione di tanta gente discende anche dal ricordo che i vostri cari ci hanno lasciato. Tre persone che hanno rappresentato la parte onesta, laboriosa della cittadina lucana che difficilmente dimenticherà quest’immane e ingiustificata tragedia”.

“Grazie”.

Al primo cittadino sono seguiti altri due interventi: Amelia, nipote e cugina delle vittime, e Franco, amico d’infanzia di Ninetta. Amelia ha rivolto il proprio saluto ad ognuno dei tre defunti: alla Zia Ninetta “che ha dedicato un’intera vita alla sua famiglia”, a Maria Donata la cui tragica scomparsa “lascia dentro me vuoto e sgomento”, a Matteo e alla sua “gioia di vivere incontenibile”. Un abbraccio particolare a Silvia, la fidanzata di Matteo e a Rocco, il fidanzato di Maria Donata. Per Franco invece il racconto di qualche aneddoto di gioventù: un modo per ricordare le vittime; un modo per superare l’immane sofferenza di chi li conosceva.

“La famiglia dell’omicida non abbia nulla da temere”.

Il coraggio e la forza delle famiglie colpite della tragedia sono tutte contenute nel piccolo intervento della sorella di Maria Antonietta, la signora Maria Grazia. “Volevo dire alla famiglia dell’assassino che da noi non devono temere niente perché le famiglie Menchise e Di Palma sono gente per bene”.
Parole forti, accolte da un forte applauso, che vanno a contrapporsi al gesto di persone ignote che alla porta di casa Bruscella hanno appeso un cartello con su scritto “vergogna” prontamente rimosso.

All’uscita dalla Chiesa solo applausi e commozione per i tre feretri. Il lungo e silenzioso corteo ha accompagnato le tre vittime verso il Cimitero comunale. Al seguito anche Rocco e Silvia abbracciati alle foto dei rispettivi fidanzati. Un ultimo abbraccio, seppur spirituale, alle vittime della strage di Genzano.