L’arte è un bene comune

La presentazione a Potenza del padiglione Basilicata della Biennale di Venezia il 10 ottobre scorso ha destato un vespaio di polemiche e scontenti sia presso la società “civile” che da parte di artisti/e, non solo non invitati/e ma nemmeno informati/e dell’esistenza di una selezione per la manifestazione stessa. Le reazioni sono solo la punta dell’iceberg dell’esigenza di una civile correttezza, par condicio e pari opportunità che dovrebbero essere alla base di una società veramente democratica, ma che, visti i fatti – sono del tutto disattese.
Ancor prima di entrare nel merito della validità degli artisti prescelti e della qualità delle opere, si tratta di verificare le modalità con cui l’evento è stato organizzato; il ricorso – peraltro abituale nell’indifferenza generale- a schemi assai opinabili e socialmente distruttivi, nei quali si manifestano nepotismi, abusi, familismi, favoritismi, impunità; e ancora omissis, compiacenze, raccomandazioni e disinformazione ben coltivata, superficialità: tutti elementi che impediscono l’evoluzione della società e che sono lesivi non solo degli artisti ma della dignità stessa dell’Arte.
La situazione di discriminazione – non importa se voluta o conseguente a “disattenzione” – per di più reiterata, dal momento che non è certo la prima volta che anche di recente si sono potute notare le suddette modalità in situazioni istituzionali – si apparenta con un sospetto di superficialità o corruttività sistemica che rischia di superare ogni limite.
Altro che “contrastare il sistema dell’arte”, come ipotizzava il curatore Sgarbi con il titolo “l’arte non è cosa nostra” : alla luce dei fatti il titolo stesso appare grottesco, poiché il mescolarsi delle pessime abitudini – già fin troppo in uso nel “sistema dell’arte” in generale – con le impunite “scorrettezze” di cui sopra, hanno fatto perdere la pazienza persino ai solitamente taciti cittadini e artisti della nostra regione.
In questo tempo di grandi rischi mondiali e di cambiamenti epocali ricchi di speranza, mentre persino i popoli più repressi trovano il coraggio, la consapevolezza e la determinazione di attuare le loro “primavere”, di chiedere rispetto dei diritti e giustizia, nella nostra ancor troppo feudale società è necessario dare atto a un mutamento culturale in cui l’arte- invece di aderire ai metri più deleteri di certa confusa pseudo-cultura e di essere usata come il nido velenoso di ingiustizie, cinismi, ambizioni morbose, esclusioni, etc.., diventi il volano di una pacifica “rivoluzione”, con cui si riesca a perturbare ciò che è disarmonico e ri-creare uno stato di armonia e conoscenza…
Al fine di rendere proficue le criticità di tale iniziativa, è stato recentemente organizzato dal Centro d’Arte e Cultura Delta di Potenza un convegno aperto sull’aperto sull’arte, tenutosi presso il Caffè Letterario il 7 dicembre a Potenza, la cui peculiarità era la partecipazione attiva e democratica di tutti i cittadini, invitati non solo come pubblico che si limita ad ascoltare ma come relatrici/relatori.
Artisti e artiste, operatori e operatrici culturali, associazioni, pubblici amministratori, Istituzioni, cittadini/e, erano chiamati ad intervenire, per la libera espressione di ciascuno/a sul tema, implicazioni sociali/ ambientali ed etiche comprese. Non ci riguarda tutti/e -oggi più che mai – la corretta gestione della vita pubblica, la difesa dei beni comuni, di cui l’arte fa parte? Da qui il diritto/dovere di conoscere, comprendere, dire la propria, quali degni componenti della Polis!
E’ stata in effetti un’occasione importante per esprimere il personale parere, nonché critiche, proposte e quant’altro, collegando o meno il tutto agli eventi cittadini e nazionali. Verificata l’impossibilità di dibattere in una sola serata un argomento così complesso, è stato deciso che ci saranno altri appuntamenti, in cui tentare di far chiarezza in un campo dove tanti sono i fraintendimenti che impediscono alla coscienza civile di crescere e all’Arte di esprimersi in tutto il suo magnifico potenziale. E’ stato chiesta ai presenti una loro opinione/testimonianza scritta sull’arte o sullo stato dell’arte, sia critica che propositiva
tale possibilità è stata offerta anche a coloro che non hanno potuto partecipare alla serata: gli interessati potranno intervenire inviando la propria opinione via mail – in un documento di una cartella circa -tutti i “documenti” verranno condivisi ed eventualmente pubblicati in un dossier.
L’opinione può essere firmata o anche solo siglata con le proprie iniziali: si prega di indicare il luogo di provenienza, eventualmente la professione e/o quanto si considera significativo.
Teri Volini, artista e operatrice culturale, presidente del Centro d’Arte e Cultura Delta di Potenza http://www.terivolini.blogspot.com