Fenice, addio ai monitoraggi

19 dicembre 2011 | 17:27
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Fenice, addio ai monitoraggi

A quasi tre anni da quando scoppiò il caso Fenice e si seppe che le falde acquifere erano inquinate siamo al punto Zero con tanti partecipanti intenti a fare il ballo del mattoneLe falde acquifere sono inquinate ed il prof. Fracassi dell’Università di Bari rilevò che prima che l’impianto entrasse in funzione l’unico elemento fuori norma era il Nichel poi, come è  noto, i parametri sono impazziti. Il melone non è uscito rosso, è bianco! L’impianto è progettato male o, forse, non è stato  realizzato bene  e non è possibile, appare chiaro,  porvi rimedio. Premesso che tutte le matrici ambientali restano  sconosciute  perché il monitoraggio  viene fatto dalla società e forse trasmesso  agli Enti preposti  ma lì conservati in cassetti ben chiusi, conosciamo   solo i valori delle tre centraline dell’aria  che però non rilevano Diossina  e forse non sono posti neppure nei luoghi giusti per una corretta rilevazione. Sappiamo dal Prof. Marsili che quando si fece un monitoraggio- i nonni raccontano-, l’aria che venne fuori era  “ fresca di Montagna”  eppure è acclarato che le diossine fuori limite sono in un raggio di 15 chilometri dagli inceneritori  ed a Forlì ne è stata trovata traccia  anche nel latte  materno. Tutte cose provate e conosciute  ma la Basilicata ha un ombrello protettivo, ideato da chi non si sa.  Avevamo fino ad ora un solo monitoraggio pubblico  adesso anche questo non c’è più. Con l’emungimento a go-go i pozzi si svuotano e non vi è una quantità utile di acqua per effettuare il campionamento. Era il 31 Marzo quando si disse a Fenice di ridurre l’emungimento e così fu che i valori schizzarono verso l’alto anche nella nuova barriera, la serie 100- Maggio 2011-.
Steardo, l’AD di Fenice,  decise e lo comunicò in un incontro avvenuto in regione a Settembre  che avrebbero incrementato l’ emungimento. Della trovata  geniale l’assessore  Mancusi restò davvero entusiasta ed adesso non è rimasta acqua nei pozzi per conoscere il livello di inquinamento. Risultato è che  qualsiasi magistrato dirà che è tutto a posto perché le prove dell’inquinamento non ci sono e come beatamente ha detto l’Asp: non posso dire nulla perchè non conosco nulla,  anche l’Arpab ha più forza per non dire nulla perché non conosce e finisce anche il bizantinismo  ( Si ma forse No , bisogna vedere). Modi migliori per prendere in giro la gente non ci sono?Smettiamola comunque con gli insulsi palleggiamenti Asp-Arpab e la Regione bocci la richiesta di aumento  della lavorazione da 30 mila a 39 mila ton di rifiuti solidi urbani , non ne abbiamo bisogno e si metta un punto fermo. Neanche questo si  vuole fare? Il sospetto che vi siano interessi  trasversali sul traffico dei rifiuti e diviene sempre più forte e non certo per tutelare i cittadini ma  a tutto vantaggio  di coloro che hanno le mani in pasta, come la recente indagine della magistratura  dimostra. 

Pio Abiusi, Città Plurale Matera