Storia di scempio edilizio e culturale

15 novembre 2011 | 08:51
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Storia di scempio edilizio e culturale
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Storia di scempio edilizio e culturale
Storia di scempio edilizio e culturale
Storia di scempio edilizio e culturale

Cosa ci fa un palazzone fine anni Settanta nel pieno centro storico di uno dei 196 borghi più belli d’Italia

Lo scempio. Situato nel pieno centro storico venosino, a due passi da piazza Orazio, si trova il cosiddetto palazzo dell’Upim, una costruzione di fine anni ’60 inizi ’70, un pugno nell’occhio in uno dei centri storici più belli d’Italia. Quello venosino, appunto. È questa la sensazione che si ha quando, visitato il castello e il suo museo, si imbocca l’elegante corso Vittorio Emanuele e subito prima di ammirare la statua del poeta latino s’incontra la più incomprensibile e inadeguata costruzione della storia cittadina.

Al peggio …Come spesso accade purtroppo, al peggio non c’è mai fine. Bisogna infatti ricordare che per la sua costruzione vennero completamente abbattuti una chiesa e l’antico monastero dei benedettini ad essa collegato. Oggi i suoi seminterrati sono per metà disabitati in quanto il centro commerciale Upim è chiuso da vent’anni. Inoltre la zona è sempre affollata da auto in quanto il palazzo è abitato da assicurazioni, banche studi tecnici e medici.

Poveri visitatori. Pertanto i turisti che scelgono di visitare Venosa devono subirsi non solo la vista di una bruttura edilizia, ma anche il pericolo di macchine e mezzi in continuo transito. È pensare che a due passi si trova la statua di un inascoltato poeta che predicava l’antico motto del modus in rebus e che della bellezza e perfezione del suo stile letterario ha fatto una delle sue armi vincenti.