Processo Restivo. La Chiesa non ammessa come parte civile

8 novembre 2011 | 10:02
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Processo Restivo. La Chiesa non ammessa come parte civile
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Processo Restivo. La Chiesa non ammessa come parte civile
Processo Restivo. La Chiesa non ammessa come parte civile
Processo Restivo. La Chiesa non ammessa come parte civile
Processo Restivo. La Chiesa non ammessa come parte civile

La requisitoria del pm Rosa Volpe è iniziata alle 12.30 e ancora non si è conclusa. Il magistrato sta ripercorrendo la vicenda della morte di Elia sulla base di quanto raccolto durante le indagini.

Aperto il processo stramane a Salerno per l’uccisione di Elisa. Le prime dichiarazioni raccolte davanti al Tribunale. Avvocato dei Claps Scarpetta: “oggi ci accontentiamo di vedere condannato Restivo ma andremo fino in fondo affinche’ i suoi sodali siano smascherati.”

Avvocato Marinelli, legale di Restivo: “il mio assistito e’ tranquillo, in questi giorni ci siamo sentiti, ha fiducia nella giustizia”.

Gildo Claps, fratello di Elisa, sulla costituzione di parte civile della Diocesi di Potenza: “la ritengo una scelta grottesca. E’ chiaro che adesso e’ Roma che sta dirigendo il gioco. Fino a ieri ho invitato il vescovo Superbo a desistere da questa pagliacciata, invece stamattina sono qui per costutuirsi parte civile. Stanno facendo di tutti per mettere una pietra tombale sulla vicenda, Restivo deve tacere.”

Durante il processo il giudice Elisabetta Boccassini ha detto che c’è stata  negligenza della chiesa sul ritovamento del corpo di Elisa. Vi è dunque incompatibilità tra la richiesta di costituzione di parte civile della Diocesi e della chiesa della Trinità con le indagini sul ritrovamento del corpo di Elisa Claps. Il giudice Bocassini ha anche ritenuto che non vi sia stato alcun danno per la Chiesa.  Ammessi come parte civile, invece,  il Comune di Potenza e Telefono Donna. Una novità interessante dunque emerge dal processo. Per la prima volta un giudice ammette le responsabilità della Diocesi e della Chiesa sulla mancata vigilanza e sulla strana circostanza che il corpo di Elisa è stato nascosto per molti anni nel sottotetto della Trinità.