Novembre caldo, anzi caldissimo

1 novembre 2011 | 08:13
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Novembre caldo, anzi caldissimo

Novembre si annuncia bollente per le proteste che invaderanno le piazze da Nord a Sud. Manifestazioni, flash mob e scioperi generali che a turno bloccheranno tutti i servizi fondamentali, dai trasporti alla scuola, al pubblico impiego E’ molto probabile che nell’arco di un mese gli italiani si ritroveranno a fare i conti con una media di una protesta ogni due giorni. In Basilicata avremo magari qualche protesta in più. Alla scadenza dell’ultimatum del Comitato Terre Joniche, mercoledì alle 12, se il Governo non da risposte concrete, ci troveremo con la statale 106 Jonica bloccata. In Italia il mese inizia venerdì con le contestazioni studentesche, annunciate tra le più infuocate: «Tutti i provvedimenti che il governo ha promesso di adottare per rassicurare i mercati – denunciano dalla Rete della conoscenza – hanno un unico punto in comune: sono macelleria sociale, tagli profondi sui giovani e sul loro futuro. Protesteremo quindi nelle piazze contro l’aumento delle tasse universitarie, contro la libertà di licenziamento e le privatizzazioni».
E tra studenti medi e universitari, tramite il passaparola sul web, si stanno organizzando flash mob in tutta Italia anche per denunciare la condizione dell’edilizia scolastica e la mancanza di alloggi a disposizione degli Atenei.
Un’agitazione permanente, compresa la manifestazione nazionale a Roma dei docenti della Gilda prevista per il dodici, verso la giornata del diciassette novembre che vedrà sfilare nuovamente l’intero mondo della scuola.
Al fianco degli studenti anche i Cobas in sciopero generale: «Facciamo appello a tutti i lavoratori del privato e del pubblico impiego – spiega il portavoce Bernocchi – per protestare contro la piena libertà di licenziamento in tutti i settori lavorativi, contro l’annullamento dei contratti nazionali e dei diritti del lavoro, il peggioramento ulteriore delle pensioni e la svendita del patrimonio naturale e artistico. Il lavoro rischia di trasformarsi, tutto, a tempo determinato».
A questi si aggiungono anche il blocco dei benzinai, che rischia di mettere in ginocchio il Paese con tre giorni di stop di fila a cui seguiranno altre 12 date, e quello dei trasporti: tra una settimana si fermeranno infatti gli aeroportuali e il trasporto pubblico in città. Mentre il 26 novembre sarà la volta delle ferrovie. E l’autunno si scalda. (fonte: leggo.it)