Mythen, si è scoperta l’acqua calda

26 novembre 2011 | 11:50
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Mythen, si è scoperta l’acqua calda

Nell’agro di Ferrandina vi è   la Mythen SpA che  il Ministero dell’Ambiente ha incluso nell’inventario nazionale degli stabilimenti suscettibili di causare incidenti rilevanti.  La Mythen è uno stabilimento chimico – petrolchimico tra i più grandi in Italia con una capacità produttiva di  200.000 t/a di biodiesel 15.000 t/a di olio di soia epossidato, 25.000 t/a di glicerina pura, 2.000 t/a di fosfato monopotassico (dati  31-12-2009),  sostanze  altamente pericolose se immesse accidentalmente nell’ambiente. Proprio la Mythen è stata interessata da una  strana vicenda, in epoca  passata, e sulla quale non è stata fatta mai chiarezza.

Il 19 Novembre del 2009 un quotidiano locale informava che erano stati scoperti versamenti inquinanti  nel Basento in agro di Ferrandina. e che il Corpo Forestale dello Stato della Stazione di  Salandra  aveva deferito una ditta alle autorità giudiziarie.  Un cittadino aveva segnalato lo scarico di acque reflue industriali di natura sospetta nel fiume Basento  nei pressi della zona industriale di Ferrandina e che  vi erano delle emanazioni maleodoranti. In un filmato  Bolognetti, segretario regionale dei radicali lucani,  raccolse una denuncia (Ottobre 2009)  in cui si  parlava di emanazioni maleodoranti  provenienti della Mythen: strana coincidenza. Sempre il Bolognetti  scopre un tubo corrugato nero  che scarica acqua visibilmente inquinata in un fosso, egli afferma essere uno scarico della Mythen e che  riversa liquido, apparentemente inquinato, nel vicino Basento e denuncia l’accaduto.

La società controbatte affermando di  disporre sia di una rete fognaria che di un impianto di depurazione, con cui provvede opportunamente a purificare le acque prima di riversarle nel Basento,il  tutto  autorizzato dalla Provincia di Matera a far tempo dal 2005. Nel suo blog l’Ex Assessore Santochirico, il 14 Novembre del 2008, i racconta di una visita fatta alla Mythen. Egli annota  che “nel corso dell’incontro, il management dell’azienda ha fatto presente  alcune criticità che non agevolano la produzione, come ad esempio la mancanza della rete fognante”.La  Mythen ha, in realtà, un suo depuratore e le acque venivano, prima,   scaricate  in canaletta  e poi nel Basento;  le è stato chiesto di convogliarle in un tubo per favorire i prelievi di controllo. Accadeva, poi, che per incidentale  interruzione della  energia elettrica arrivassero al fiume acque non depurate, le fu prescritto di dotarsi di un gruppo elettrogeno per assicurare continuità nel funzionamento. 

Allora tutta la vicenda finì in un assordante silenzio; questa volta, grazie ad  Arpab che si è attivata  anche nottetempo sono stati   prelevati   campioni di acqua  nel fiume Basento a monte e a valle della Mythen , nonché allo scarico industriale della medesima azienda. Le analisi hanno permesso di accertare che gli agenti chimici che hanno determinato l’inquinamento riscontrato nel fiume Basento sono gli stessi contenuti nel “tubo” dello stabilimento.  Erano  cose risapete da lungo tempo; questa volta grazie alla pubblicazione dei dati, non più secretati, sono divenuti di dominio pubblico. Fenice a qualche cosa è servito! Ora , fermo restando le indagini in corso da parte della magistratura  si vuole mettere “davvero “ in sicurezza il sistema fognario di Mythen  o dobbiamo sempre sperare nella fortuna? La contaminazione potrebbe raggiungere anche la catena alimentare e non solo i poveri pesci che muoiono.

                                                                                                      X Città Plurale-Matera

                                                                                                       Pio Abiusi

Matera, 26  Novembre 2011