Mythen, si è scoperta l’acqua calda

Nell’agro di Ferrandina vi è la Mythen SpA che il Ministero dell’Ambiente ha incluso nell’inventario nazionale degli stabilimenti suscettibili di causare incidenti rilevanti. La Mythen è uno stabilimento chimico – petrolchimico tra i più grandi in Italia con una capacità produttiva di 200.000 t/a di biodiesel 15.000 t/a di olio di soia epossidato, 25.000 t/a di glicerina pura, 2.000 t/a di fosfato monopotassico (dati 31-12-2009), sostanze altamente pericolose se immesse accidentalmente nell’ambiente. Proprio la Mythen è stata interessata da una strana vicenda, in epoca passata, e sulla quale non è stata fatta mai chiarezza.
Il 19 Novembre del 2009 un quotidiano locale informava che erano stati scoperti versamenti inquinanti nel Basento in agro di Ferrandina. e che il Corpo Forestale dello Stato della Stazione di Salandra aveva deferito una ditta alle autorità giudiziarie. Un cittadino aveva segnalato lo scarico di acque reflue industriali di natura sospetta nel fiume Basento nei pressi della zona industriale di Ferrandina e che vi erano delle emanazioni maleodoranti. In un filmato Bolognetti, segretario regionale dei radicali lucani, raccolse una denuncia (Ottobre 2009) in cui si parlava di emanazioni maleodoranti provenienti della Mythen: strana coincidenza. Sempre il Bolognetti scopre un tubo corrugato nero che scarica acqua visibilmente inquinata in un fosso, egli afferma essere uno scarico della Mythen e che riversa liquido, apparentemente inquinato, nel vicino Basento e denuncia l’accaduto.
La società controbatte affermando di disporre sia di una rete fognaria che di un impianto di depurazione, con cui provvede opportunamente a purificare le acque prima di riversarle nel Basento,il tutto autorizzato dalla Provincia di Matera a far tempo dal 2005. Nel suo blog l’Ex Assessore Santochirico, il 14 Novembre del 2008, i racconta di una visita fatta alla Mythen. Egli annota che “nel corso dell’incontro, il management dell’azienda ha fatto presente alcune criticità che non agevolano la produzione, come ad esempio la mancanza della rete fognante”.La Mythen ha, in realtà, un suo depuratore e le acque venivano, prima, scaricate in canaletta e poi nel Basento; le è stato chiesto di convogliarle in un tubo per favorire i prelievi di controllo. Accadeva, poi, che per incidentale interruzione della energia elettrica arrivassero al fiume acque non depurate, le fu prescritto di dotarsi di un gruppo elettrogeno per assicurare continuità nel funzionamento.
Allora tutta la vicenda finì in un assordante silenzio; questa volta, grazie ad Arpab che si è attivata anche nottetempo sono stati prelevati campioni di acqua nel fiume Basento a monte e a valle della Mythen , nonché allo scarico industriale della medesima azienda. Le analisi hanno permesso di accertare che gli agenti chimici che hanno determinato l’inquinamento riscontrato nel fiume Basento sono gli stessi contenuti nel “tubo” dello stabilimento. Erano cose risapete da lungo tempo; questa volta grazie alla pubblicazione dei dati, non più secretati, sono divenuti di dominio pubblico. Fenice a qualche cosa è servito! Ora , fermo restando le indagini in corso da parte della magistratura si vuole mettere “davvero “ in sicurezza il sistema fognario di Mythen o dobbiamo sempre sperare nella fortuna? La contaminazione potrebbe raggiungere anche la catena alimentare e non solo i poveri pesci che muoiono.
X Città Plurale-Matera
Pio Abiusi
Matera, 26 Novembre 2011