Maiali senza regole

7 novembre 2011 | 10:22
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Maiali senza regole

Sollecitata da un gruppo di cittadini, sono andata a vedere di persona cosa succede nei pressi di un allevamento di maiali in località Campitelli, nel Comune di Vietri di Potenza, al confine con Savoia di Lucania.

Appena scesa dall’auto mi investe una puzza insopportabile. Scorgo in alto, a sovrastare la collinetta, un capannone bianco lungo e stretto. E’ un allevamento di maiali. L’azienda proprietaria è la Colli Lucani, con sede a Picerno. Produce derivati da carne suina. Salami, soppressate, eccetera. Tutti rigorosamente naturali. Bio come si dice oggi. Con due accompagnatori, preoccupati per quanto accade nella zona, ci incamminiamo lungo la discesa costeggiando un corso d’acqua di un colore che va dal verdognolo al marrone. Sulla superficie si notano bolle oleose. Inutile dire che l’odore è al limite della sopportazione. Per proseguire è stato necessario coprirsi la bocca e il naso con una sciarpa. 

Un’azienda biologica? Sul sito internet dell’azienda proprietaria dell’allevamento si legge:
Caratteristiche dei prodotti: I prodotti Colli Lucani sono prodotti naturali perchè realizzati nel rispetto della tradizione: i suini vengono allevati liberi di nutrirsi di cibo naturale e sano (…)
 I nostri valori : Allevamento “en plain air”. (all’aria aperta ndr).Unici in Italia, i nostri suini vivono fasi dell’allevamento all’aria aperta, nutrendosi liberamente sulle colline della Basilicata con cibo completamente naturale.
Attenzione al benessere degli animali: L’allevamento di suini avviene in spazi ampi, con la massima attenzione nei confronti dell’alimentazione e delle norme igieniche. Il tutto nel pieno rispetto degli animali.

Altro che biologico. Quest’ultima dichiarazione fa un po’ a pugni con quanto visto e documentato: un corso d’acqua pieno di escrementi e le carcasse degli animali morti sulla collinetta. Senza considerare che dei maiali, la sottoscritta, ha sentito solo la puzza e il verso provenire dalla stalla. Qualora i maiali venissero lasciati liberi, come si legge sul sito dell’azienda, cosa accadrebbe se andassero a bere in quel corso d’acqua? E se mangiassero le carcasse dei loro compagni morti? Lecito porsi queste domande.

Melma e liquami. Percorriamo un bel tratto in discesa, l’odore è nauseabondo. La melma sembra far fatica a scorrere. I miei accompagnatori mi fanno notare che lo scarico dei liquami deve essere avvenuto da poco. A tal proposito sottolineano che l’azienda è solita sversare i liquami o nei giorni di festa ( e noi siamo andati a fare il nostro sopralluogo il 1 novembre) o quando piove per far sì che il liquame di diluisca con l’acqua piovana.

Le analisi dell’acqua. Se non fosse che siamo all’aria aperta e che tutt’intorno il paesaggio non è niente male, la mia sembrerebbe una discesa agli inferi. La puzza toglie il respiro. Il corso d’acqua in cui si muove la melma è praticamente invaso dalla cacca e dalla pipì dei maiali. Le persone che sono con me, come novelli Virgilio, mi raccontano che da tempo stanno denunciando quanto accade. Tutto documentato con foto e immagini. A supporto di questa battaglia ci sono poi le analisi che hanno fatto fare ai campioni d’acqua prelevati dal ruscello.

I risultati evidenziano presenza di batteri coliformi, escherichia coli e streptococchi fecali. Causa di infezioni molto gravi tra cui tifo, paratifo e salmonella. Devo precisare, su richiesta dei promotori delle analisi, che i valori sono tuttavia meno alti di quanto avrebbero dovuto essere perché il giorno che sono stati prelevati i campioni aveva piovuto, quindi il liquame era più diluito. C’è poi la questione percolato che si libera dagli accumuli di letame.

Ma vediamo la normativa in materia di liquami provenienti da allevamenti zootecnici. ll liquame è definito come il materiale non palabile derivante dalla miscela di feci, urine, residui alimentari, perdite di abbeverata provenienti da allevamenti zootecnici; sono assimilati a liquame le acque di lavaggio di strutture o attrezzature zootecniche, le polline talquali provenienti da allevamenti avicoli, il percolato proveniente dalla lettiera o dall’accumulo di letame e le frazioni liquide o comunque non palabili derivanti dalla sedimentazione naturale del liquame, dalle operazioni si separazione meccanica dei solidi sospesi e da processi di trattamento aerobico o anaerobico finalizzati allo scarico sul suolo.
La legge in materia va nella direzione opposta a quanto avviene normalmente. Norma vorrebbe, infatti, che i liquami prodotti dalle porcilaie, venissero raccolti e depurati perché altamente inquinanti. Dovrebbero dunque essere sottoposti a trattamento batteriologico per poi poterne ricavare compost da utilizzare in agricoltura. In molti casi, come sottolinea un agente di Polizia provinciale, avviene il contrario e cioè l’illegale smaltimento delle deiezioni di animali in allevamento. Configurandosi, in questo caso, un vero e proprio reato di inquinamento, oltre che di smaltimento illegali di rifiuti. Il liquame liberato lungo un corso d’acqua integra la fattispecie di reato di cui all’articolo 192 del decreto legislativo 152 del 2006, ovvero l’abbandono di rifiuti.

Inquinamento di un corso d’acqua? I grandi allevamenti di maiali si sono dotati di vasche di depurazione in cui trattare queste deiezioni al fine di ricavarne composto o biogas. Nell’azienda Colli Lucani salta subito all’occhio che non v’è presenza di depuratori. Si nota invece la presenza di tubi seminterrati attraverso cui, verrebbero liberati i liquami che si vanno poi ad immettere nel rivolo d’acqua sottostante.
Fortuna vuole che l’area è scarsamente abitata, ma il problema rimane. Soprattutto d’estate quando le alte temperature oltre a rendere l’aria irrespirabile contribuiscono al pullulare di insetti di ogni specie e di rara grandezza vicino al ruscello delle deiezioni. Per sottolinearne il potenziale inquinante dei liquami derivanti da allevamenti zootecnici viene equiparato agli scarichi civili e come tale regolamentato. La legge equipara un maiale del peso medio di un quintale a quindici abitanti equivalenti.
Il che significa che un maiale produce deiezioni pari a 15 persone. Se in un allevamento ci sono 12 mila maiali il conto è presto fatto. 12 mila suini producono deiezioni pari a 170mila cittadini. Ma matematica a parte, il problema in località Campitelli resta e riguarda l’inquinamento di un corso d’acqua.

Il sindaco di Vietri non sa niente? Più volte la vicenda- mi ricordano i miei accompagnatori- è stata denunciata all’amministrazione di Vietri di Potenza. Denunce che ad oggi, non hanno prodotto alcun risultato. Eppure anche in questo caso la normativa è chiara. La legge 833 del 1978 i materia di igiene e sanità pubblica, obbliga il primo cittadino di un comune in cui venisse riscontrato un illegale smaltimento di liquami, ad emettere ordinanza di bonifica e messa in sicurezza dell’area in cui tutto ciò avviene. Sembra che, a quanto riferiscono i cittadini, il Comune di Vietri abbia fatto orecchie da mercante. Perché?
Di sicuro non è questa la sede per comprendere le ragioni di tale disinteresse da parte dell’amministrazione vieterese. Quel che possiamo affermare con sicurezza, per averlo visto di persona, è che  in quell’area gli escrementi e l’urina di maiale abbondano e scivolano in totale libertà  in un corso d’acqua che finisce poi nelle cascate del Luceto, area verde attrezzata del Comune di Savoia di Lucania.

La società Colli Lucani già in passato è stata obbligata a chiudere un allevamento in località Bosco tre Case a Picerno per illecito sversamento di liquami. Le stesse ipotesi di reato, denunciate da semplici cittadini al Comune di Vietri non hanno sortito il benché minimo effetto. Almeno fino ad oggi.

L’azienda in questione è nota per essere un’azienda di prodotti biologici. Basta infatti andare a dare un’occhiata sul sito internet per accorgersi che quello che ho visto con i miei occhi, ovviamente sul sito non si vede. Anzi. Si promette genuinità dei prodotti, derivati da bestie allevate, per un periodo allo stato brado. Ma io maiali nei dintorni non ne ho visti. Ne ho sentito la puzza oltre a vederne le deiezioni e le carcasse. Qualcuno è obbligato a fare dei controlli? In Basilicata questa domanda non è supeflua.